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Salute dell’udito: in Italia solo 1 su 5 effettua controlli regolari

Salute dell’udito: in Italia solo 1 su 5 effettua controlli regolari
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MED-EL, azienda leader nelle soluzioni per l’udito, condivide i dati emersi da una recente ricerca di mercato globale* sottolineando l’importanza della salute uditiva. Più della metà degli italiani (53%) dichiara di sottoporsi raramente al test dell’udito, mentre oltre un quarto (28%) di non averlo mai fatto.

Risultati che evidenziano l’urgente necessità di una maggiore consapevolezza e di misure efficaci per affrontare l’allarmante lacuna degli screening regolari dell’udito rispetto ad altri esami di controllo.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che oltre 1,5 miliardi di persone, quasi 1 su 5, convive attualmente con una perdita d’udito. Nonostante questi dati, la recente indagine condotta da MED-EL rivela in Italia una realtà allarmante:

  • I controlli dell’udito sono notevolmente meno diffusi rispetto ad altri esami sanitari: meno di 1 persona su 5 (19%) si sottopone a test annuali. Oltre 1 italiano su 2 trascura il controllo dell’udito o vi si sottopone raramente (rispettivamente il 28% e il 26%). Esiste inoltre un importante divario di genere: il 25% degli intervistati di sesso maschile dichiara di non essersi mai sottoposto a test dell’udito, contro il 32% del campione di sesso femminile.
  • In linea con le tendenze globali, più della metà degli intervistati in Italia esegue controlli di salute con cadenza annuale. Il monitoraggio della pressione è considerato importante, con oltre la metà degli intervistati che dichiara di aver fatto il test nell’ultimo anno. Il 37% afferma inoltre di sottoporsi a controlli della vista annualmente o anche con maggiore frequenza (rispetto ad un 39% a livello globale). Il 45% degli intervistati controlla regolarmente i livelli di colesterolo (superando i dati globali del 43%).
  • Tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni, la percentuale di chi non ha mai fatto controlli è molto più alta (35%) rispetto al 29% a livello globale. Questo dato risulta particolarmente preoccupante alla luce delle stime dell’OMS, secondo cui sono oltre 1 miliardo i giovani a rischio di perdita dell’udito permanente a causa di abitudini di ascolto scorrette, come ad esempio l’ascolto di musica ad alto volume e per periodi di tempo prolungati. Rischi per cui, nella maggior parte dei casi, è possibile fare prevenzione.
  • Nella fascia di età dai 55 anni in su, il 25% ammette di non sottoporsi mai a controlli dell’udito, nonostante l’incidenza della perdita dell’udito aumenti con l’avanzare dell’età.
  • Dall’analisi regionale emergono disparità significative per quanto attiene la frequenza dei controlli uditivi. La Basilicata risulta la prima regione, con il 38% delle persone che si sottopongono a controlli regolari, seguita dall’Abruzzo (27%). Al contrario, il Friuli-Venezia Giulia mostra la percentuale più alta di disattenzione (il 50% degli intervistati dichiara di non aver mai fatto controllo). Seguono la Sardegna (47%) e la Calabria (42%).
  • A livello globale le percentuali di persone che non si sono mai sottoposte a esami per l’udito variano notevolmente. In Kenya, Messico e Italia rispettivamente il 34%, il 31% e il 28% dichiara di non essersi mai sottoposte a un test dell’udito. In Colombia solo il 14%.

L’importanza di sensibilizzare sulla salute uditiva

È fondamentale sensibilizzare all‘importanza della salute uditiva. L’udito non ha a che fare solo con i suoni, ma permette la comunicazione orale, favorisce anche la connessione emotiva con le persone, soprattutto familiari e amici, dischiude alla dimensione musicale e molto altro. Migliora, in sintesi, la qualità della vita.”, sottolinea Romed Krösbacher, direttore di MED-EL Italia che, alla luce dei dati emersi dalla ricerca di mercato, mette in evidenza come sia urgente aumentare la consapevolezza sulla necessità di controlli uditivi regolari. “I dati italiani emersi dalla nostra ricerca sono sconcertanti. Si evince scarsa attenzione per i controlli della salute uditiva e poca regolarità. È essenziale invece informare su quanto sia importante identificare e trattare l’ipoacusia il prima possibile, per garantire al paziente risultati migliori. L’importanza della salute uditiva andrebbe riconosciuta così come avviene per la salute visiva e per altri indicatori di salute”.

Le conseguenze della perdita dell’udito non trattata

L’ipoacusia può avere diverse ripercussioni sulla salute e sul benessere delle persone. Non solo isola dai suoni e rende difficile la comunicazione con gli altri, ma può anche indurre a ritardare, anche fino a 10 anni, le visite dal medico. Inoltre, come dimostrato da numerosi studi, la perdita uditiva non curata è associata ad importanti problemi di salute:

  • Maggiore rischio di isolamento sociale e depressione a causa di difficoltà di comunicazione
  • Maggiore probabilità di cadute
  • Maggiore rischio di declino cognitivo
  • Maggiore rischio di malattie cardiovascolari

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