I tumori aumentano perché la popolazione è più longeva, ma allo stesso tempo la mortalità è scesa sia perché cresce la prevenzione precoce, sia perché le cure sono migliorate. Con la pandemia il fattore prevenzione è stato però intaccato, perché il Covid ha avuto la precedenza su tutto: i test di screening si sono fermati di circa il 50%. La conseguenza è che in questo momento gli specialisti abbiano a che fare più spesso con tumori in stato più avanzato rispetto a due anni e mezzo fa.
Se ne è parlato nel corso di “Tumori & dintorni”, l’ultimo incontro organizzato dall’ospedale Galliera di Genova, nell’ambito del ciclo “L’Arte di invecchiare“. A fare il punto, con il pubblico presente in sala, sullo stato attuale della situazione, sulla prevenzione e sulle ultime evoluzioni della medicina, è Andrea De Censi, direttore della S.C. Oncologia medica dell’E.O. Ospedali Galliera.
Il tumore si può prevenire e sconfiggere: la ricerca va avanti ed è possibile contribuire per ridurre l’incidenza della malattia. Ma come si può agire sulla prevenzione primaria attiva che permette di intercettare le eventuali malattie in tempo utile per curarle al meglio?
«Chiare evidenze scientifiche – spiega De Censi – dimostrano che il 30% dei tumori può essere prevenuto da uno stile di vita corretto, una dieta salutare e anche dall’uso di farmaci preventivi come l’aspirina a basso dosaggio che è dimostrato avere un effetto benefico sul cuore e su alcuni tumori del colon, così come gli anti-estrogeni per le donne ad alto rischio di tumore al seno». Inoltre, l’attività fisica è importante: «Chi pratica attività fisica almeno 150 minuti a settimana ha una significativa riduzione della possibilità di ammalarsi».
Tra i principali fattori preventivi illustrati dall’esperto, il controllo del peso, «che fino a 10-15 anni fa non sembrava essere un fattore di rischio per i tumori, in realtà non è così», precisa. Ma anche l’attività fisica, dalla camminata quotidiana, allo sport fino al giardinaggio. Il consumo di legumi, frutta, verdura e cereali integrali e, parallelamente, la limitazione del cosiddetto “junk food” (snack, patatine, dolci, prodotti ricchi di zuccheri e grassi), carni lavorate (per esempio gli insaccati), carni rosse, bevande zuccherate e alcoliche. «Un bicchiere di vino per le donne e due per gli uomini, al giorno, non sono un fattore di rischio», ricorda l’esperto.
Non è raccomandato l’uso degli integratori come prevenzione dei tumori. E le neo-mamme che allattano hanno meno probabilità di incorrere in un tumore al seno.
Anche determinati esami fanno parte della prevenzione primaria, perché servono proprio per la diagnosi precoce: «Se prendo il tumore in fase iniziale, ho maggiori probabilità di guarire – ricorda De Censi – Mammografia tra i 40 e i 70 anni, sangue occulto nelle feci, pap test, tac del polmone a basso dosaggio per i fumatori sono i principali esami preventivi raccomandati».