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Chirurgia estetica: quando il medico deve dire di NO

Chirurgia estetica: quando il medico deve dire di NO
chirurgia estetica

La medicina e la chirurgia estetica nascono come procedure e tecniche per il miglioramento sia di un difetto fisico, sia dei segni del tempo. Tale miglioramento deve essere possibile in presenza di una corretta indicazione. La parola al professor Sergio Noviello, Direttore Sanitario di Milano Estetica.

La visita pre-operatoria

Si tratta di un momento di fondamentale rilevanza. La visita pre-operatoria o pre-trattamento è uno step fondamentale in tal senso e deve essere fatta per valutare se il paziente possieda i requisiti fisici per sottoporsi all’intervento (da approfondire poi lo stato generale di salute con esami specifici), ma anche il giusto approccio.

Perché è importante la visita pre-operatoria?

Ascoltando il paziente attentamente, bisogna capire se ci sia una correlazione tra disagio avvertito e difetto: se il difetto è di piccola entità ma il disagio vissuto dal paziente è sproporzionato, l’ipotesi di un intervento chirurgico dovrebbe essere scartata o posticipata. Ci deve essere una correlazione univoca tra percezione del disagio e realtà del difetto.

Per spiegarmi meglio, se una donna ha un seno molto bello che viene percepito come un seno molto brutto o una piccola gobbetta sul naso che viene sentita come una caratteristica che non permette di vivere una vita normale, in questi casi la chirurgia non funzionerebbe in partenza. Perché il paziente sente questa imperfezione come un disagio sproporzionato che non porterà ad alcuna soddisfazione anche con il miglior risultato possibile.

Quando è necessario un colloquio psicologico

In questi casi è compito del medico dire di no e lo stesso vale per la medicina estetica. Partendo dal presupposto che sia la medicina che la chirurgia estetica hanno dei limiti, in mancanza della corretta indicazione o in presenza di una probabile dismorfofobia, nessun medico o chirurgo estetico potrebbe essere d’aiuto veramente.

Si deve a quel punto valutare insieme al paziente una strada diversa, curando l’aspetto psicologico con uno specialista. In caso contrario, il rischio è quello che anche il miglioramento più evidente venga vissuto come un’ulteriore sconfitta.

Quando i modelli di imitazione delle celebrities superano l’esame di realtà

Un altro campanello d’allarme si presenta quando i pazienti – soprattutto di sesso femminile – arrivano dal medico con foto di un personaggio famoso dicendo “mi piacerebbe avere il naso piccolo come lui”. Questo può essere d’aiuto solo per capire che cosa intenda il paziente per naso piccolo, lo stesso se una donna fa riferimento alla taglia del seno o alla forma delle labbra nel caso di filler di acido di ialuronico, molto frequenti in medicina estetica.

I pazienti in linea di massima non conoscono quali parametri incidano per l’ottenimento di un risultato e come definire certe caratteristiche: proiezione, aumento del volume, definizione del contorno, etc. in questi casi le immagini possono essere d’aiuto per esprimere i loro desideri e farli comprendere meglio. Compito del medico è fare una valutazione onesta e realistica per capire quanto questi obiettivi possano essere raggiunti, senza deludere le aspettative dei pazienti.

È fondamentale discutere del miglioramento a cui è possibile aspirare e di tutte le fasi di questo cambiamento. Ma quando la persona in visita chiede di fare un intervento o una procedura di medicina estetica per somigliare a una celebrità – molti i casi riportati dalla cronaca – non bisogna assecondarla.

Oggi rispetto al passato si registrano delle differenze:

  • da un lato abbiamo i pazienti ‘informati’ che arrivino in visita molto preparati sia sulla tecnica, sia sui tempi e i passi da svolgere. Documentarsi online è la prima fase e precede la consulenza. Grazie ai social, inoltre, molte persone che si rivolgono a noi, hanno la possibilità di confrontarsi con altri nostri pazienti per avere conferma di ciò che hanno letto e che avverrà.
  • dall’altro lato ci sono dei pazienti che sempre in seguito all’influenza dei social, hanno richieste distanti dalle soluzioni reali, con aspettative alte e lontane dalla realtà.

Quando esistano problematiche fisiche o disturbi metabolici

Il momento del primo incontro dura all’incirca un’ora ed è l’occasione per effettuare l’anamnesi del paziente e capire se ci sia anche l’idoneità fisica alla procedura chirurgica o di medicina estetica. È sconsigliato procedere in gravidanza e allattamento (e se la paziente sta cercando di restare incinta), in presenza di allergie specifiche da valutare caso per caso – alle uova, ad esempio, per i trattamenti a base di Tossina Botulinica – patologie dermatologiche importanti, malattie autoimmuni gravi, infezione nei siti di iniezione (pensiamo all’herpes labialis controindicazione in caso di Filler Labbra) o malattie infiammatorie della pelle in atto in zone interessate dal trattamento.

La letteratura scientifica internazionale non riporta controindicazioni di nessun tipo per i trattamenti di medicina estetica sui malati oncologici, fatta eccezione per i periodi in cui si stanno sottoponendo a chemioterapia o radioterapia.

Infine, anche alcune malattie neurologiche importanti come la miastenia gravis possono rappresentare un impedimento per i trattamenti di Medicina Estetica.
Per quanto riguarda la Chirurgia, i singoli casi vanno approfonditi di volta in volta tenendo sempre ben presente che la Chirurgia e la Medicina Estetica sono delle branche della medicina che puntano al miglioramento e alla correzione dei difetti del paziente, ma si tratta appunto di miglioramenti, armonizzazione del viso o della silhouette, non procedure ‘salvavita’.

È sempre prioritario per il medico salvaguardare la salute del paziente, quindi, è corretto che in presenza di alcune condizioni, non si proceda spiegando in totale trasparenza al paziente le ragioni di questa impossibilità

Anche l’età e la fase della vita vanno valutate con attenzione

Ultimamente si è abbassata anche l’età dei pazienti, ma per procedere è richiesto il raggiungimento della maggiore età. È la regola per gli interventi chirurgici, per l’inserimento di protesi, o trattamenti con acidi. Sotto i 18 anni non si può procedere, ma ci sono alcuni casi che possono essere causa di problemi psicologici in adolescenza, in cui è consigliato trattare anche prima dei 18 anni.

Il classico esempio sono le orecchie prominenti cosiddette “a sventola”: a 12-14 anni le orecchie hanno raggiunto la maturazione anatomica e possono essere sottoposte a chirurgia estetica. Il giovane paziente in questo momento delicato della sua vita può acquisire autostima, migliorando i rapporti con gli altri e la paura del giudizio. Il tutto ovviamente va eseguito con il consenso dei genitori.

Susanna Messaggio

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