Una delle priorità dell’Europa è lo sviluppo di politiche di active aging che siano in grado di dare risposte concrete alle problematiche relative all’invecchiamento della popolazione. I bassi tassi di natalità e le aspettative di vita sempre più lunghe sono i fenomeni alla base dell’invecchiamento demografico, tendenza già evidente in diversi Stati dell’Unione Europea.
Per fronteggiare questa situazione che caratterizzerà sempre più gli anni a venire, L’Europa si sta attrezzando. Mercoledì 27 novembre a Bruxelles si è tenuta la conferenza finale dell’iniziativa ADVANTAGE, un’azione congiunta europea che coinvolge 22 Stati membri e oltre 34 organizzazioni, cofinanziata dal programma per la salute dell’Unione. Durante l’evento, numerosi speakers si sono succeduti, fra esperti e ricercatori che partecipano allo sviluppo dello studio. Il progetto dell’Ue, attivo dal 2017, è rivolto alla prevenzione della fragilità nelle persone di età avanzata, considerate a rischio di perdita di autonomia.
L’Unione Europea unita nella lotta alla fragilità
I ricercatori coinvolti nei gruppi di lavoro di ADVANTAGE si sono focalizzati sull’analisi della fragilità e della sua gestione in senso sia individuale che di popolazione. Gli studi hanno dimostrato che è possibile individuare i soggetti più vulnerabili grazie ad attività di prevenzione, che, seguite da interventi mirati, possono ritardare o evitare la perdita di indipendenza. La fragilità non è una condizione inevitabile, ma con determinate politiche di intervento e una adeguata assistenza può essere scongiurata.
A oggi le azioni intraprese dagli Stati membri risultano frammentarie e poco coordinate. Le misure nei confronti della fragilità compongono un panorama caotico e frazionato, in cui ogni Stato si amministra senza aver cura di portare avanti un progetto comune, che possa essere condiviso a livello europeo. L’obiettivo finale del progetto non è solo accrescere la consapevolezza sul tema ma soprattutto delineare un quadro di intervento europeo, per creare modelli di assistenza sostenibili che tengano conto del profilo sanitario di ogni Stato membro.