In Italia sono molti gli anziani che, colpiti da malattie valvolari cardiache, a loro volta svolgono la funzione di caregivers per qualcuno dei propri cari. Anche quest’anno Cuore Italia si schiera dalla parte dei nonni. Lo fa in occasione della Campagna della Fondazione Senior Italia dedicata appunto alla loro Festa. Ed è forse solo una coincidenza che siano così vicine la data di questa Festa (2 ottobre) e quella del 29 settembre, Giornata Mondiale del Cuore, ma l’occasione consente opportunamente di sottolineare il legame profondo che esiste fra questi due temi. E così ancora una volta Cuore Italia fa sentire la sua voce per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di contrastare le malattie delle valvole cardiache.
Cos’è la cardiopatia valvolare? Pochissimi lo sanno
Nuovi dati, pubblicati in occasione della Settimana della Consapevolezza delle Valvole Cardiache da poco conclusasi (14-20 settembre), rivelano che la stragrande maggioranza degli italiani anziani (92,4%) non conosce la forma più comune di cardiopatia valvolare, una patologia grave ma curabile. La patologia è pericolosa per la vita se non viene curata e colpisce soprattutto la popolazione anziana. L’indagine rivela inoltre che gli anziani in Italia sono i più propensi a fornire assistenza agli altri (47%) rispetto ai loro omologhi in Europa (29,2%), evidenziando l’importanza di proteggere la loro salute.
Malattie delle valvole cardiache: molto diffuse fra la popolazione silver
Con l’invecchiamento della popolazione in Italia, le malattie delle valvole cardiache sono un vero motivo di preoccupazione. Più della metà dei pazienti con stenosi aortica grave – la forma più comune di cardiopatia valvolare – muore entro due anni dallo sviluppo dei sintomi. La diagnosi precoce è perciò molto importante. Preoccupante è il fatto che solo una piccola percentuale di italiani si rivolgerebbe al proprio medico di base per un appuntamento, se si verificassero alcuni dei sintomi chiave della cardiopatia valvolare. Come la stanchezza (35,6%), la riduzione dell’attività fisica (14,4%) e il “sentirsi più vecchi della propria età” (10%). Tale titubanza potrebbe essere potenzialmente dannosa in quanto impedisce la diagnosi precoce.
Patologie che incidono sulla vita quotidiana
Tuttavia, molti intervistati italiani sostengono che i sintomi delle cardiopatie valvolari impedirebbero loro di fare attività fisica (62,9%), lavorare/fare volontariato (28,8%) o hobby e interessi (26,8%), suggerendo un impatto significativo sulla vita quotidiana. Le persone anziane contribuiscono in modo determinante alla moderna economia globale e alla nostra società. È quindi importante prendersi cura degli anziani e del lavoro che svolgono, e pensare al cuore dei nonni. È necessario garantire che le cardiopatie valvolari vengano individuate e diagnosticate precocemente, in modo che gli italiani più anziani possano continuare a condurre una vita attiva.
I nonni: caregivers per vocazione
Inoltre, quasi la metà (47%) degli intervistati fornisce assistenza a persone vicine a loro, il dato più alto dei Paesi europei intervistati. Si tratta anche di un settore della popolazione attivo. Il 72,3% dei quali partecipa regolarmente ad attività di volontariato, di comunità, sociali o fisiche. Una maggiore consapevolezza e una diagnosi precoce delle malattie valvolari cardiache è quindi importante non solo per i pazienti, ma anche per coloro che dipendono da loro, per la comunità locale e per l’economia in generale.
La popolazione “over”: fondamentale per la società
“La nostra popolazione anziana è un fattore chiave, ma sottovalutato, che contribuisce all’efficace funzionamento delle nostre comunità, delle nostre famiglie e delle nostre economie, quindi migliorare la consapevolezza, la diagnosi e la cura delle malattie delle valvole cardiache andrà a vantaggio di tutti noi”, ha commentato Roberto Messina, Presidente di Cuore Italia. “L’indagine dimostra che occorre fare di più per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla cardiopatia valvolare come una patologia comune, grave ma curabile. Se hai più di 65 anni è importante ascoltare il tuo cuore e chiedere al tuo medico di base un controllo con lo stetoscopio”.
Malattie delle valvole cardiache: non sempre i sintomi sono evidenti
Molte persone che convivono con la malattia delle valvole cardiache non presentano sintomi gravi o evidenti. O semplicemente attribuiscono i loro sintomi all’invecchiamento, il che rende difficile la diagnosi della malattia. La diagnosi iniziale della malattia comporta l’identificazione dei sintomi e l’ascolto del cuore con uno stetoscopio.
“La popolazione anziana è un gruppo a rischio, tanto più che con l’avanzare dell’età è importante che sia più consapevole della malattia e comprenda la gravità di sintomi spesso nascosti per garantire una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo. Si stima che all’età di 75 anni la prevalenza delle malattie delle valvole cardiache sia del 13%”, ha dichiarato il Prof. Alessandro Boccanelli, Primario cardiologo, Presidente SICGe – Società Italiana di Cardiologia Geriatrica, membro del Comitato Scientifico Cuore Italia, “Bisogna lavorare di più per spostare il livello di consapevolezza”.
Settimana di sensibilizzazione sulle malattie delle valvole cardiache e indagine europea sulla salute del cuore
La Settimana di sensibilizzazione sulle malattie delle valvole cardiache (14-20 settembre 2020) ha avuto come obiettivo quello di migliorare la diagnosi, il trattamento e la gestione delle malattie delle valvole cardiache a livello globale. Il progetto è stato guidato dal Global Heart Hub, il gruppo ombrello per le organizzazioni di pazienti cardiovascolari.
L’Indagine Europea sulla Salute del Cuore è stata precedentemente condotta nel 2015 e nel 2017. L’indagine del 2019 è stata condotta da un comitato direttivo composto da professionisti del settore sanitario e rappresentanti delle organizzazioni dei pazienti. L’obiettivo era quello di valutare la consapevolezza del pubblico sulla stenosi aortica e i sintomi della malattia della valvola cardiaca, misurare la frequenza di utilizzo dello stetoscopio, comprendere le preferenze di trattamento e identificare il ruolo che gli anziani svolgono nella società. L’indagine è stata condotta su 12.832 persone di età superiore ai 60 anni in 11 paesi europei: Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Italia, Spagna, Austria, Paesi Bassi, Svezia, Irlanda e Regno Unito (con 1.106 intervistati in Italia).
NON PERDERTI I NOSTRI ARTICOLI!
Per entrare a far parte della nostra community e rimanere aggiornato, iscriviti alla newsletter di Altraetà! Clicca il link qui sotto, inserisci nome, cognome e email, accetta la Privacy Policy e seleziona “Iscriviti alla nostra newsletter”. Una volta alla settimana riceverai sulla tua mail una selezione delle migliori notizie sul mondo over 50! È gratis, comodo e veloce. E in ogni momento puoi scegliere di disiscriverti! CLICCA QUI