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Senior sul web: chi naviga in rete è meno depresso

Senior sul web: chi naviga in rete è meno depresso
degenerazione senile

Più sani, più brillanti e meno depressi. Sono i senior che quotidianamente navigano sul web. A sostenerlo è uno uno studio realizzato dai ricercatori dell’University College di Londra e pubblicato sul Journal of Medical Internet Research. Stando a questa recente indagine, i senior che utilizzano frequentemente internet vedono migliorare la loro salute mentale. Abbassando tra le altre cose il rischio di incorrere in disturbi depressivi. Il processo risulta ancor più evidente nelle persone più istruite.

Senior sul web: i risultati dello studio

Per arrivare a questi risultati i ricercatori dell’University College di Londra hanno analizzato i dati di più di 9000 persone di età superiore ai cinquant’anni, che sono state seguite dal 2012 al 2017. Tra i dati presi in esame e richiesti alle persone partecipanti c’erano anche quelli relativi all’utilizzo di internet oltre a quelli relativi agli stati d’animo che cercavano di individuare il grado di soddisfazione e di depressione.   

I dati ottenuti hanno così rivelato che chi utilizzava internet in maniera assidua risultava mediamente più soddisfatto e meno incline a sviluppare disturbi depressivi di chi navigava nel web in maniera più saltuaria. I motivi di questa differenza, sempre stando alle rilevazioni dei ricercatori sono da ricercare in una maggiore soddisfazione delle curiosità quotidiane. I senior che utilizzano internet sono più informati e anche meno annoiati. Ma soprattutto il web è uno strumento che permette di comunicare costantemente con altre persone, amici, parenti o web friend grazie ai social network o alle e mail. 

Lo studio ha così sottolineato che se un eccessivo utilizzo di internet da parte di soggetti più giovani può causare ansia e depressione, a partire dai 60 anni e oltre questo processo si inverte. Un utilizzo elevato del web, sebbene non selvaggio, contribuisce a mantenere saldi i rapporti sociali tenendo a bada l’insorgere del cosiddetto male oscuro e dell’isolamento sociale.

Andrea Carozzi

 

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