Novanta. Quasi un secolo per chiedersi chi siamo e dove andiamo noi italiani è il titolo del nuovo libro di Piero Ottone, editorialista e scrittore genovese, tra le più prestigiose firme del giornalismo italiano.
Il volume racconta e ripercorre gli ultimi sessantasei anni di carriera dell’editorialista, dagli inizi, quando aveva solo 24 anni, fino ai giorni d’oggi, passando attraverso le redazioni del Corriere della Sera, del Secolo XIX e La Repubblica. Un racconto autobiografico che s’intreccia con i più importanti fatti di cronaca della storia italiana, dal fascismo fino al berlusconismo, passando per il boom economico degli anni Cinquanta e dal terrorismo degli anni Settanta.
Con Novanta, edito da Longanesi, Piero Ottone riflette, in duecentoquaranta pagine, sull’Italia, sul passato e sul futuro del nostro paese. È un libro fitto di personaggi – da Indro Montanelli a Enrico Mattei, da Eugenio Scalfari a Gianni Agnelli, fino a Angelo Rizzzoli jr – episodi e aneddoti che Ottone, dalle scrivanie delle più importanti redazioni italiane, racconta in modo autorevole, realista e sapiente.
Il volume di Ottone è una riflessione sull’Italia, sulla società, sull’economia e sulla politica del paese. Il giornalista, con uno stile tutto suo, racconta la nostra storia, in cui entrano Genova, la sua città natale, e Londra, sua città d’adozione e punto di partenza della sua carriera giornalistica. Saranno proprio l’imprinting e la way of life londinese a segnare il modo di analizzare, commentare ed elaborare i fatti, tipico della scrittura di Ottone.
Il libro è stato presentato recentemente presso la Casa di riposo dei Marinai di Camogli: un edificio a picco sul mare, nel cuore della cittadina del levante ligure, tanta amata dal giornalista. Ed è proprio con la passione per il mare che Ottone decide di concludere il suo libro: Il mio rifugio, la mia salvezza, è stato l’andar per mare.
Redazione