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Il Digital Detox e le vacanze offline

Il Digital Detox e le vacanze offline
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Tanto si è discusso, anche nei nostri precedenti articoli, del beneficio che i senior possono trarre dall’utilizzo di tecnologie “connesse” e digital. Ma è dall’abuso di questi strumenti che possono insorgere i primi sintomi di “dipendenza”.

«Bisogna riflettere su questo: perché vogliamo disconnetterci? Il punto di partenza è che la Rete moltiplica le nostre esperienze ma dall’altro lato ci lascia svuotati, tanto che arriviamo a volercene allontanare». Patrizia Catellani, professoressa ordinaria di psicologia sociale presso l’università Cattolica di Milano, riassume così le sensazioni che spingono sempre più persone a prenotare una vacanza senza cellulari, pc o tablet. Si sente spesso il termine “staccare la spina” perché le persone sentono il bisogno di disconnettersi da quel flusso continuo di stimoli ed informazioni che i nostri dispositivi smart ci trasmettono costantemente.

Una vacanza offline

Nasce così il «digital detox», un periodo di vacanza in cui ci si allontana volontariamente da tutto ciò che ora fa parte della nostra quotidianità digitale. In Italia è diventata una tendenza soprattutto dopo il lockdown. Ci sono hotel che propongono camere senza connessione a prezzi scontati o pacchetti speciali per chi decide di lasciare gli smartphone nella hall per tutta la durata del soggiorno.

A investire in questo settore tre ragazzi italiani che hanno fondato nel 2020 la prima agenzia turistica specializzata in digital detox: si chiama Logout Livenow e propone dei pacchetti vacanze senza connessione, con l’obiettivo di far capire ai propri clienti l’importanza del benessere digitale.

Logout Livenow, come funziona

Durante le esperienze, tutti i device smart vengono rinchiusi in una cassetta di sicurezza che si aprirà solo al momento della partenza per un periodo che va da uno fino a sette giorni. Senza dispositivi, ci si dedica ad attività all’aria aperta, corsi manuali, gite in barca e seminari di benessere digitale, tenuti dallo stesso fondatore, Gavino Puggioni. «Non dobbiamo obbligare nessuno a consegnarci smartphone o tablet — sorride il ventinovenne — Così come non controlliamo la presenza di altri oggetti «nascosti». Chi viene qui lo fa perché è convinto».

Ma è davvero così facile vincere la dipendenza digitale? «Il digital detox può essere una soluzione, perché favorisce il cambiamento di prospettiva — riflette la professoressa Catellani — Staccare aumenta la creatività e il problem solving, oltre ad essere un motivo per ricominciare, ma allo stesso tempo è preoccupante. Il rischio di interrompere le cattive abitudini per un periodo è che quando si torna alla normalità e non c’è una nuova strategia per superarle in modo definitivo gli automatismi tornano».

Puggioni assicura che alla fine del percorso i cambiamenti ci sono: «Spesso riceviamo mail di persone che, anche dopo mesi, ci ringraziano perché con il nostro aiuto hanno cambiato abitudini migliorando la propria vita». Il metodo di Logout Livenow è sostenuto anche dalle parole di Catellani, secondo cui «la vera soluzione sarebbe non solo disconnettersi, ma capire come cambiare profondamente e quali sono le modalità di utilizzare la Rete per conviverci in modo positivo».

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