Tutti ci siamo chiesti negli scorsi mesi, e ci chiediamo ancora, come cambierà la nostra quotidianità con il Covid-19. Come sarà il nostro domani? Una domanda di primaria importanza anche per le RSA, che si trovano a fronteggiare nuovamente una situazione problematica e complessa. Secondo la Dott.ssa Simona Palazzoli, Direttore Generale e Amministratore Delegato del Gruppo La Villa, le parole d’ordine nella gestione delle RSA saranno attenzione, trasparenza, comunicazione e informazione, accompagnato da una nuova organizzazione e modalità di vivere la quotidianità in Rsa. Di seguito l’intervista, una piccola anticipazione dei temi di cui si parlerà al Silver Economy Forum di quest’anno, a cui parteciperà anche il Gruppo.
Gli ultimi mesi, segnati dall’emergenza sanitaria, sono stati difficili e complessi per le Residenze per gli anziani: in che modo è cambiato il modo di lavorare del Gruppo La Villa?
Abbiamo dovuto cambiare il metodo di lavoro che c’è all’interno delle RSA: in condizioni normali il nostro operato è fortemente orientato all’aspetto sociale, a prenderci cura delle categorie fragili in relazione alle loro cronicità, mentre l’emergenza ha fatto sì che le nostre attenzioni si concentrassero prioritariamente e prettamente sul piano clinico. Abbiamo quindi dovuto stravolgere un po’ il nostro sistema e il modo di lavorare, orientandoci molto di più sugli aspetti sanitari.
Quella che stiamo vivendo oggi è una pandemia con un’assenza di cure anche a livello diagnostico, condizione che ha portato a una serie di incertezze, soprattutto nei primi mesi. Ora la situazione è migliorata però ci sono ancora molti dubbi. Per far fronte a questa situazione inedita abbiamo dovuto orientare le strutture socio-sanitarie del nostro Gruppo, generalmente caratterizzate da aspetti legati alla socializzazione dell’anziano fragile e magari con una rete familiare scarsa, a profili di cura vera e propria a livello più sanitario e infermieristico. Di conseguenza abbiamo lavorato di concerto con le ASL, i ricoveri ospedalieri sono stati pochi e ci sono stati più interventi di tipo sanitario svolti all’interno delle strutture.
Per quello che riguarda poi l’aspetto delle relazioni con i parenti, che sono un elemento fondamentale nella vita dell’anziano, abbiamo dovuto cercare di trovare dei sistemi alternativi per mantenere questi contatti, eliminando o limitando la presenza fisica. Il rapporto con il familiare è un aspetto vitale per gli ospiti a cui da sempre diamo fondamentale importanza.
Parliamo di prevenzione, che è il tema del Silver Economy Forum di quest’anno. Ormai siamo nel pieno della stagione autunnale, diretti verso l’inverno e sono in vista i primi freddi: quali misure anti-Covid state prendendo nelle strutture del Gruppo La Villa per affrontare questo periodo dell’anno, che chiaramente è più a rischio?
Il primo aspetto fondamentale è quello della diagnosi differenziale. Quindi è necessario, collaborare in merito alla campagna vaccinale, come stiamo facendo con i medici di base e le ASL. Perché non dobbiamo confondere quelli che possono essere sintomi di influenza stagionale con quelli che invece sono sintomi del Covid-19. Nelle nostre strutture, stiamo lavorando attivamente su questo aspetto.
Il secondo step fondamentale è l’informazione. Tutto ciò che noi recepiamo dalle delibere che arrivano dai Dpcm o da quelle regionali lo mettiamo in pratica e lo comunichiamo a operatori, ospiti e familiari. Nelle strutture del Gruppo stiamo cercando di fare il massimo di formazione e informazione.
Questo anche ai familiari, perché ovviamente sono quelli che subiscono le chiusure delle strutture che – ahimé – stanno tornando. Le regioni si stanno attivando in tal senso dando disposizioni: non c’è già più la possibilità di accessi a estranei e parenti alle strutture. Anche per questo motivo cerchiamo di dare il massimo dell’informazione possibile, accompagnata dal massimo della formazione che continuiamo a fornire senza soluzione di continuità ai nostri dipendenti. Nonostante l’avessimo già fatta durante la prima ondata del contagio, è importante continuare a proporla per continuare a essere pronti e attivi e promuovere il rispetto ferreo dei protocolli e delle procedure.
Prevenire e giocare d’anticipo
E ci siamo portati avanti anche riguardo alle forniture. Per la prevenzione dei dipendenti, e tutela degli ospiti, ora abbiamo scorte che ci coprono per tre mesi. Non dovremmo in questo caso, non vogliamo, trovarci nelle condizioni iniziali in cui è capitato ci fossero poche mascherine, pochi guanti. A livello nazionale a suo tempo questo ha creato disagi importanti sia nelle strutture private che pubbliche. Stiamo quindi lavorando sui nostri approvvigionamenti, per avere scorte che ci consentano di superare il periodo natalizio e andare oltre il 2021.
Diventa necessario giocare d’anticipo perché purtroppo i veicoli di contagio sono molti. Possono essere i parenti, perché non è sempre semplice far rispettare le regole e quando si vede un proprio caro si ha la voglia di abbracciarlo, baciarlo… ma bisogna, nostro malgrado, bloccare questi comportamenti. A volte il contagio può invece arrivare dai dipendenti, che magari hanno figli che vanno a scuola o uno stile di vita che li porta a vivere molte situazioni sociali a rischio contagio. Chi lavora nel nostro settore deve stare molto attento anche nella vita privata, come e più degli altri.
Dobbiamo prevenire, avere il massimo delle informazioni possibili, continuare a informare i collaboratori, avere con loro uno scambio diretto, attenerci al rispetto delle procedure senza abbassare mai la guardia. Perché è necessario avere tutte le informazioni da poter condividere con le ASL, per attivare immediatamente la sorveglianza sanitaria da parte degli organi competenti. Più siamo attivi e tempestivi e più saremo in grado di gestire questa ulteriore ondata di pandemia.
I familiari non hanno potuto vedere a lungo i loro cari, situazione che sembra prospettarsi anche per il prossimo futuro. Questo è stato e sarà sicuramente duro e doloroso per gli ospiti delle RSA. Come avete gestito a livello psicologico questa improvvisa mancanza? In che modo avete supportato le famiglie?
Dove è stato possibile agire nell’immediato, perché magari erano già presentati in organico, abbiamo messo a disposizione psicologi a supporto di ospiti e familiari, attivando servizi di sportello psicologico. Questo è stato indispensabile per mantenere una comunicazione costante con i familiari e per cercare anche di spiegare agli ospiti quali fossero le scelte fatte per tutelarli. In alcuni casi abbiamo attivato questi servizi da zero. Abbiamo comunque cercato di mantenere un livello di comunicazione sempre molto diretto. Nell’immediato una delle prime cose che facciamo se abbiamo dei dubbi è comunicare. Lo facciamo con l’ASL, i nostri diretti interlocutori dal punto di vista della sorveglianza sanitaria ma lo facciamo anche direttamente con tutti i parenti. Perché ci sembra corretto mantenere la massima trasparenza in ciò che succede.
L’incognita, il non avere il controllo completo sulla situazione, non avere informazioni corrette, aggiornate, trasparenti, fa sì che i familiari possano essere ancora più preoccupati. Quindi nelle strutture del nostro Gruppo cerchiamo di tenere attivo, attraverso psicologi ma anche con i nostri impiegati, un livello di comunicazione continuativo.
Avete adoperato anche dei mezzi di comunicazione digitali?
Sì, assolutamente. In tutte le strutture del Gruppo La Villa abbiamo attivato fin da subito il sistema delle videochiamate e abbiamo usato tutti i nostri canali digitali, dal sito ai social network, per tenere un ponte di comunicazione costante con l’esterno.
È stato poi realizzato un servizio online per permettere ai familiari di prenotare le visite ai propri cari in modo semplice e veloce dal nostro sito web, scegliendo fasce orarie e luogo. In ogni struttura vengono infatti fissate determinate location all’interno della struttura, a seconda della tipologia di Residenza, dove svolgere gli incontri. Ad esempio, abbiamo strutture completamente al piano terra, con molte vetrate: in questi casi possiamo organizzare gli incontri in maniera diversa, i parenti vengono dall’esterno, vedono dalla vetrata il loro caro e possono parlarci al telefono.
Nel periodo estivo, invece, abbiamo attivato dei punti di incontro che venivano regolarmente sanificati a ogni visita, ogni mezz’ora. Il parente poteva accedere alla struttura con tutte le precauzioni necessarie e aveva il suo spazio di incontro con il proprio caro. Ovviamente non sono state visite totalmente libere ma sempre monitorate perché venissero rispettate le procedure, però sono state sicuramente più efficaci delle videochiamate.
Tenere a bada il senso di assenza
Le videochiamate hanno giocato e giocano comunque un ruolo fondamentale e hanno attenuato fortemente il senso di assenza. Solitamente si prende appuntamento con la struttura poi l’educatore, lo psicologo, o l’operatore si affiancano all’ospite per aiutarlo a fare la videochiamata insieme. Lasciamo spazi anche di privacy però dobbiamo aiutare gli ospiti e dare un supporto tecnico.
In ogni caso, quando possibile, preferiamo prediligere iniziative che consentano di vedere, visualizzare. Questo sabato ad esempio, in alcune strutture del Gruppo La Villa abbiamo organizzato una giornata in cui abbiamo invitato i parenti a venire dall’esterno. Ovviamente, non avevano la possibilità di incontrarsi di persona, ma si vedevano, si salutavano dal vetro, parlavano con il cellulare. È una cosa che ha creato grande gioia e che continueremo a proporre come soluzione integrativa.
Oggi, dopo l’esperienza del Covid-19, con che sguardo guardate al futuro? Quale sarà la nuova normalità del domani per le vostre strutture?
Credo che al di là delle critiche che il mondo delle RSA ha subito debba essere riconosciuta una dignità alle strutture che accompagnano i nostri anziani fragili, non autosufficienti. E credo che quindi ci debba essere un lavoro ancora più aperto, trasparente, diretto anche nei rapporti con le ASL. Un confronto continuativo per cercare di creare il miglior servizio possibile, la miglior rete possibile di servizi.
In realtà dobbiamo cercare di capire e affrontare ogni giorno le evenienze che si presentano insieme ai servizi sanitari. Se sarà necessario renderci disponibili per creare strutture Covid-19 come già è stato fatto, lo faremo, però dobbiamo essere certi che con l’ASL e la pubblica amministrazione ci sia un rapporto continuativo, una possibilità di collaborare davvero.
Collaborazione e trasparenza totale
Così vedo il domani per il Gruppo La Villa: un futuro di maggiore collaborazione. Parlo per l’azienda che rappresento, dove abbiamo sempre cercato di mantenere trasparenza totale e totale apertura.
Non abbiamo niente da tener nascosto, anzi. Preferiamo lo sguardo in più del parente, la critica anche, che ci aiuti ad affrontare le problematiche. Dovremo cercare di essere aperti in maniera diversa, dal momento che non potremo fare accedere le persone dall’esterno, dovremo lavorare molto sulla comunicazione. Una comunicazione continuativa, trasparente, informativa con i parenti e un confronto e una collaborazione con il sistema sanitario.
Ricordiamoci sempre che le Rsa sono fondamentali, perché seguono una parte di popolazione importante per la nostra società, che in questo momento è stata particolarmente colpita. Accompagnare nel miglior modo possibile gli anziani fragili e non autosufficienti rimane sempre un punto focale della nostra civiltà. Al Gruppo La Villa non ce ne dimentichiamo mai.
Micol Burighel
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