Mal di schiena, neuropatia, gonalgia, artrosi etc, in quante tipologie può essere suddiviso il dolore e quali sono i meccanismi sottostanti?
Un importante lavoro pubblicato su Pain and Therapy ha coinvolto i medici di medicina generale (MMG) e specialisti del dolore nell’identificare e definire meglio i tipi di dolore, evidenziando anche una serie di strumenti diagnostici e un algoritmo utili nel guidare il MMG verso la diagnosi corretta del tipo di dolore. L’algoritmo, inoltre, identifica i casi che possono richiedere il rinvio a uno specialista del dolore.
Come si identifica il dolore cronico?
Il dolore, acuto e cronico, è considerato una priorità di salute pubblica dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dalle istituzioni sanitarie europee e dal Ministero della Salute italiano. Ha raggiunto proporzioni allarmanti in termini di disabilità, consumo di risorse sanitarie e sociali e impatto sui servizi di assistenza primaria e specialistica; la sua gestione interessa in primis i MMG e può essere impegnativa a causa della sua complessità.
Le stime della prevalenza del dolore cronico tra gli adulti nella popolazione generale variano ampiamente dal 10 al 40%.
Secondo alcuni studi osservazionali, circa un terzo dei pazienti ambulatoriali riporta dolore, e questo è cronico in circa la metà dei casi.
Il dolore cronico influisce significativamente sulla salute fisica e psicologica, con un impatto sia sulla funzione che sulla qualità della vita.
È spesso associato ad ansia o depressione che possono complicare la gestione o esacerbarne la percezione e responsabile di un maggiore uso di risorse sanitarie e della perdita di produttività lavorativa a causa dell’assenteismo e della funzione ridotta.
Recentemente, l’Associazione Internazionale per lo studio del dolore (IASP) ha aggiornato la sua definizione di dolore come “un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata o simile a quella correlata a un danno tissutale reale o potenziale”.
Il dolore può avere una varietà di meccanismi fisiopatologici in base ai quali si parla di dolore nocicettivo, neuropatico, mixed pain e nociplastico.
Distinguere il dolore e individuare la terapia con l’algoritmo
La scelta razionale della terapia è facilitata dalla corretta diagnosi del tipo di dolore e quindi del meccanismo fisiopatologico sottostante e dalla identificazione dei punti dove vengono generati gli impulsi dolorosi.
Per far fronte alle criticità riguardanti la gestione del dolore nel setting della Medicina Generale, fornire un approccio standardizzato alla valutazione del dolore e alla sua tipizzazione e misurazione con pochi semplici strumenti, la SIMG (società italiana di medicina generale) ha ideato da tempo il metodo SIMG 3.0 che include un algoritmo per strutturare interventi diagnostici e terapeutici.
Questo metodo viene proposto in corsi residenziali nazionali di Alta Formazione con l’obiettivo di formare il MMG certificati esperti sul tema dolore.
L’obiettivo è quello di individuare l’origine del dolore che, insieme alla valutazione dell’intensità, del suo impatto sulla qualità della vita e della sua tollerabilità, guida la scelta della migliore e immediata terapia e la scelta delle eventuali cure specialistiche appropriate.
