Si chiama detraining ovvero la perdita parziale o completa degli adattamenti fisiologici indotti dall’esercizio fisico dopo un periodo di inattività che va dalle 2 alle 4 settimane. Purtroppo, a causa dell’emergenza da covid-19 tutti noi abbiamo dovuto abbandonare o limitare drasticamente l’attività sportiva, sebbene ciò sia stato dettato da una necessità sicuramente importante e urgente.
Non è un mistero che l’attività sportiva rappresenti una buona pratica per mantenere in salute (oltre che in forma) l’intero organismo. Inoltre, dopo i 50 anni praticare sport contribuisce a prevenire l’insorgere di patologie cardiache o metaboliche come il diabete. Non a caso una delle conseguenze del “detraining” è proprio la riduzione della capacità del cuore di spingere il sangue verso i tessuti periferici (gittata cardiaca).
Dal 4 maggio, giorno ufficiale dell’entrata in vigore della cosiddetta fase 2, è possibile riprendere a fare un po’ di jogging in solitaria o ancora meglio delle passeggiate.
COME TORNARE A PRATICARE ATTIVITÀ FISICA?
Dopo quasi due mesi di sedentarietà o semi sedentarietà occorre approcciarsi all’attività fisica in maniera graduale, senza esagerare e senza mettere a repentaglio la nostra salute, soprattutto se si sono superati i 50 anni. A dettare le linee guida per un graduale ritorno allo sport ci pensa La Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI), Federazione medica del CONI fin dal 1929 e unica Società Scientifica accreditata dal Ministero della Salute per la Medicina dello Sport. Vediamo i suggerimenti.
GRADUALITÀ
Dopo un periodo di detraining è fondamentale rispettare un concetto di gradualità nella ripresa. Una ripresa dell’attività fisica aumentando sia volume che intensità ma senza modulare al meglio i tempi di recupero potrebbe comportare eccessiva stanchezza. In alcuni casi, potrebbe causare anche infortuni muscolari o problemi di salute.
QUANTITÀ
Fino a quando non sarà possibile riprendere la regolare attività in palestra, il suggerimento è quello di mantenere uno stile di vita attivo dedicando almeno 30-45 minuti ogni giorno alla pratica di attività che permettano il mantenimento di un buono stato di salute. Non appena le direttive governative lo permetteranno, la quantità di attività fisica quotidiana potrà essere aumentata fino a rispettare le linee guida internazionali esistenti sull’attività fisica, così come quelle della FMSI, che suggeriscono di praticare attività fisica per un totale di 150-300 minuti a settimana.
INTENSITÀ
L’intensità del lavoro deve variare a seconda delle condizioni fisiche individuali e dell’età, nonché delle condizioni climatiche, possibilmente aumentandola gradualmente nel tempo. Per le attività di tipo aerobico le linee guida consigliano attività di intensità moderata per la maggior parte della settimana, con una parte delle singole sedute svolta ad intensità più alta.
Andrea Carozzi