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Vaccini indispensabili per over 65, ma medici e pazienti sono poco informati

Vaccini indispensabili per over 65, ma medici e pazienti sono poco informati

I vaccini possono considerarsi autentiche misure salvavita, soprattutto per alcune categorie, tra le quali si segnala quella dei senior. Sono veri e propri strumenti di prevenzione gratuiti che permettono ai rappresentanti della silver age di mantenersi più sani e longevi. Eppure, pochi di questi sembrano vaccinarsi regolarmente, complice una mancata attività di divulgazione da parte dei medici stessi, che spesso deriva da una formazione inadeguata.

È quello che rivela un’indagine italiana presentata al 64° Congresso nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, che si tiene a Roma dal 27 al 30 novembre. Lo studio è stato condotto su un campione di 500 medici, in particolare giovani specialisti in geriatria e specializzandi. Da parte dei pazienti si rileva diffidenza nei confronti dei vaccini: solo un anziano, o un caregiver, su tre chiede informazioni sul tema, in alcuni casi per paura degli effetti collaterali e in altri per scetticismo nei confronti delle vaccinazioni. Di fronte a una simile resistenza, sarebbe compito dei medici impegnarsi nell’offerta proattiva. Pochi però lo fanno.

Mancata informazione sui vaccini

I vaccini consigliati dal Ministero della Salute per gli over 65 sono tre: l’antinfluenzale, quello che combatte lo pneumococco e quello che protegge dall’herpes zoster, altresì detto fuoco di Sant’Antonio, di recente introduzione. Nonostante l’azione informativa del Ministero, la situazione non è rosea: poco più di un senior su due si vaccina contro l’influenza e in molte regioni d’Italia non si arriva al 50% di copertura per lo pneumococco, responsabile della polmonite batterica. Il problema in alcuni casi sembra partire dal medico curante, che non propone in maniera adeguata le vaccinazioni consigliate. Se il 76% dei dottori informa i pazienti over 65 sull’importanza del vaccino antinfluenzale, solo il 46% promuove l’anti-pneumococco. Per non parlare del fatto che per l’herpes zoster la quota scende al 25%, probabilmente perché il vaccino in questione è stato introdotto da poco.

Una formazione continua sulle vaccinazioni

Lo studio ha inoltre dimostrato che in alcuni casi sono i medici stessi a essere poco informati sul tema vaccini. Un medico su due, infatti, interrogato sul vaccino anti-herpes zoster, ha dato risposte non corrette. Questo significa che è lo stesso sistema di formazione che necessita di essere rafforzato. Per far sì che il numero di over 65 che si vaccinano cresca, sarebbe necessaria un’azione coordinata su due fronti. Da una parte, lavorare sul paziente, informandolo, chiarendone i dubbi, spiegando in maniera efficace i vantaggi portati dalla vaccinazione. Dall’altra, invitare i medici a proporre con maggiore determinazione le vaccinazioni e migliorare la preparazione di questi professionisti, implementando la rete di formazione attraverso incontri e convegni dedicati alla tematica.

 

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