Quello del reflusso gastroesofageo è un fastidioso disturbo che colpisce 4 persone su 10 sopra i 50 anni. Le cause che possono portare a sviluppare questo disturbo sono diverse: dallo stress alla cattiva alimentazione, fino al consumo di alcol e tabacco. Il reflusso gastroesofageo può essere tenuto sotto controllo adottando uno stile di vita più sano e limitando determinati comportamenti che favoriscono la sua comparsa.
Sintomi e cause del reflusso gastroesofageo
Il disturbo gastroesofageo si manifesta quando la valvola tra l’esofago e lo stomaco che di solito rimane chiusa tra una deglutizione e l’altra è soggetta incontinenza, ossia non trattiene bene i succhi gastrici presenti nello stomaco. La valvola ha il compito di impedire che i succhi gastrici rifluiscano nell’esofago. A volte può capitare che i succhi gastrici risalgano nell’esofago e se la valvola non funzione bene può verificarsi il classico bruciore di stomaco.
Accortezze per limitare il reflusso gastrico
Smettere di fumare: oltre a danneggiare cuore e polmoni, la nicotina indebolisce il tratto inferiore dell’esofago
Non bere grandi quantità di acqua prima di dormire: un bicchiere d’acqua prima di andare a dormire è in grado di conciliare il sonno, ma troppa acqua nello stomaco fa venire a galla i grassi che si fermano proprio alla bocca dello stomaco favorendo il reflusso. Non coricarsi subito dopo aver mangiato: bisogna lasciare il tempo alla digestione.
Limitare le cene a base di agrumi e altri cibi acidi: arance, pompelmo, peperoncino, pomodoro e cioccolato favoriscono la produzione di acido cloridrico che aumenta il reflusso. Anche le bevande alcoliche hanno lo stesso effetto, quindi è bene limitarne il consumo, soprattutto la sera.
I farmaci contro il reflusso gastroesofageo
Quando i disturbi permangono il medico curante può prescrivere i seguenti farmaci:
Antiacidi: neutralizzano l’acido nello stomaco. Hanno un’azione rapida ma sono utili solo come rimedio sintomatico. L’abuso di queste sostanze può inoltre causare problemi di diarrea o stipsi.
Farmaci che riducono la produzione di acido: gli H2 antagonisti come la famotidina, o la ranitidina sono rapidi ed il loro effetto dura più a lungo rispetto agli antiacidi. Il limite del loro utilizzo è dettato dal fatto che possono smettere di funzionare dopo diverse assunzioni.
Farmaci procinetici: questi vengono utilizzati per aiutare l’esofago a svuotarsi impedendo, di fatto, il reflusso dopo i pasti. Tra i farmaci procinetici ricordiamo il clebopride, e il domperidone. In una piccola percentuale di casi questi farmaci possono presentare effetti indesiderati come tremori, disturbi neurologici e per questo motivo vanno assunti sotto la prescrizione medica.
Andrea Carozzi