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Sen. Nencini: “Un Disegno di legge per i lavoratori over 40”

Sen. Nencini: “Un Disegno di legge per i lavoratori over 40”

In Italia ben 720 mila disoccupati sono over 40: per loro non è prevista nessuna tutela. Per questo il Psi ha presentato un Disegno di legge per il reinserimento dei lavoratori over 40 nel mondo del lavoro. Il Disegno di legge prevede incentivi alle aziende in caso di assunzione, sportelli informativi per favorire l’incrocio domanda/offerta e individuare percorsi formativi di riqualificazione, possibilità per la Pubblica Amministrazione di promuovere convenzioni con cooperative che abbiano almeno il 40% di lavoratori ultracinquantenni per attività e servizi esterni nelle aree depresse, un credito d’imposta di 300 euro per chi assume, sostegni all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità e un programma sperimentale, nel 2014, per il sostegno al reddito finalizzato al reimpiego di 5000 lavoratori over 40.
Ne abbiamo parlato con Riccardo Nencini, Senatore,  Vicecapogruppo vicario del gruppo Per le Autonomie – Partito Socialista Italiano e segretario del Psi.

Qual è la situazione lavorativa in Italia in generale e in particolar modo quella dei lavoratori senior?
La situazione occupazionale italiana è drammatica. Gli ultimi dati Istat sulle forze attive dicono che, tra il 2011-2012, si sono persi 69.000 posti di lavoro. La cifra è la risultanza dal combinato disposto tra la diminuzione di lavoratori di nazionalità  italiana (circa 150.000) e l’aumento di quelli stranieri (circa 80.000). La differenza tra i 150.000 e gli 80.000 sono proprio quei 70.000 posti persi dichiarati, quindi molti di più per quanto riguarda i lavoratori di nazionalità italiana. Ma il dato più grave riguarda la disoccupazione che nell’ultimo anno (2012) è aumentata del 30% ossia di circa 600.000 persone (in assoluto circa 2 milioni e 300 mila disoccupati italiani, 118.000 stranieri Ue e 264.000 stranieri extra UE, per un totale 2.743.625 persone in cerca di lavoro sopra i 15 anni), di cui buona parte lavoratori giovani che hanno perso anche il lavoro precario che avevano. Nel 2011 le persone in cerca di lavoro erano 2.100.000.

In Italia mancano da troppo tempo delle vere e proprie politiche del lavoro. Bisogna intervenire prioritariamente sui servizi per il lavoro, vero ponte tra gli inoccupati, i disoccupati e il mercato del lavoro. L’ultima riforma dei centri per l’impiego risale alla legge Biagi del 2003 . Occorrerebbe seguire l’esempio della Germania, della Francia e del Regno Unito  che da anni  investono sulla qualità dei servizi.

Se il tema del lavoro per i  giovani è la priorità, non va mai dimenticato che il disagio occupazionale è fortissimo anche tra  gli over 40. E’ la fascia sociale tra i disoccupati più svantaggiata  perché non beneficia né delle agevolazioni riservate ai giovani  come l’apprendistato (applicabile  fino ai 29 anni) né delle tutele degli over 55. Di conseguenza è terra di nessuno. Una donna di quell’età, che abbia perso il lavoro e abbia lavorato fino a quel momento in nero, situazione molto diffusa tra i precari, fatica enormemente a trovare lavoro.

Perché portare avanti un disegno di legge in favore dei lavoratori over 40?
Perché in questo momento si parla solo dei giovani. Il che è giustissimo perché a loro è affidato il nostro futuro, l’innovazione e, quindi, la competitività. Ma pesano per un terzo rispetto alla popolazione dei disoccupati, esattamente quanto gli over 40 di cui non parla nessuno. Il dato gravissimo è che su circa 60 milioni di abitanti italiani solo 22,8 milioni reggono la nostra economia. E’ necessario, quindi, occuparsi di tutte le categorie di disoccupati.

Inoltre, secondo la Riforma Fornero, per accedere all’Aspi (indennità di disoccupazione)  bisogna aver maturato 52 settimane di lavoro (circa un anno negli ultimi due). Se un lavoratore over 40, magari donna, non ha maturato 52 settimane di contributi perché ha avuto lavori intermittenti a collaborazione o ha svolto lavoro nero ( sono centinaia di migliaia in questa condizione), non solo non può beneficiare dell’ASPI ma di alcun altra forma di agevolazione.

Quali iniziative si possono mettere in campo per contrastare il fenomeno della disoccupazione over 40?
Il primo intervento è di tipo culturale, si devono considerare delle risorse, non una zavorra. Il secondo passo da fare con urgenza è, come ho detto prima,  far funzionare i centri per l’impiego, che fungono da portale di ingresso per le politiche attive del lavoro e da smistamento verso le agenzie per la formazione,  in modo tale da garantire a tutti la riqualificazione, spesso unica strada per potersi ricollocare. Cosa che  allo stato attuale non avviene.

Perché secondo lei le aziende dovrebbero puntare sui lavoratori maturi?
Perché l’esperienza è un valore aggiunto di un lavoratore, ma questo presuppone che in Italia venga reintrodotto fortemente il concetto di merito.

Avete presentato anche altre iniziative legislative sul tema del lavoro, incentrate sui giovani, le donne, e i lavoratori atipici…
La casa e il lavoro sono battaglie storicamente portate avanti dai socialisti. Siamo finalmente rientrati in Parlamento dopo una assenza significativa e in questo primo scorcio di legislatura, particolarmente difficile per gli strani equilibri politici derivati da un governo di compromesso, ci siamo concentrati sul lavoro, presentando già tre Disegni di legge a tutela delle quattro fasce più deboli della nostra società: i giovani, le donne, gli over 40 e gli atipici. Per quest’ultimi, in particolare, auspichiamo che possano presto beneficiare delle stesse tutele dei contratti subordinati, a tempo determinato e indeterminato. Per tutti gli altri abbiamo sostanzialmente chiesto incentivi all’autoimpiego e defiscalizzazioni per chi assume, ossia una riduzione del famoso cuneo fiscale almeno per queste quattro categorie in difficoltà. Con particolare attenzione al mezzogiorno e alle aree depresse. Mi sembra che il ministro Giovannini, cui abbiamo personalmente presentato i nostri Disegni di legge, abbia dimostrato la stessa sensibilità.

c.p.

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