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Le più belle frasi di Francesco De Gregori: quante ne conosci?

Le più belle frasi di Francesco De Gregori: quante ne conosci?
De Gregori in concerto: raccolta delle sue più belle frasi

Scegliere tra le più belle frasi di Francesco De Gregori è sicuramente un’impresa non facile. Il principe, soprannome che gli diede Lucio Dalla ai tempi di Banana republic, è uno dei cantautori più amati dagli italiani. Le sue canzoni dagli anni Settanta hanno accompagnato diverse generazioni ed hanno fatto la storia della musica italiana. Come abbiamo fatto per le più belle frasi di De Andrè, abbiamo deciso di raccogliere alcune delle più belle frasi tratte dalle sue canzoni. In questo caso abbiamo scelto di procedere per ordine cronologico, partendo dai primi dischi realizzati da De Gregori.

Alice guarda i gatti e i gatti girano nel sole, mentre il sole fa l’amore con la luna.

Alice (Alice non lo sa, 1973)

La canzone forse più famosa del primo disco da solista di De Gregori è proprio Alice. Alice è una donna forse inconsapevole di quello che le succede accanto, dalla donna vanitosa all’amore non corrisposto di Cesare che aspetta sei ore sotto la pioggia, all’uomo che sta per sposare una donna solo perché è incinta. Un bellissimo abbozzo di un quadro che racconta diverse storie.

Ma se i tuoi occhi fossero ciliegie, io non ci troverei niente da dire, e non c’è niente da capire.

Niente da capire (Francesco De Gregori, 1974)

Nel terzo disco di De Gregori, Niente da capire è una delle canzoni più famose. La storia di un amore finito, tra reciproci tradimenti, in cui appunto non c’è niente da capire, con il suo significato criptico lascia comunque alcune perle come questa frase decisamente poetica.

Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo, e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro ancora.

Rimmel (Rimmel, 1975)

Rimmel, così come la copertina dell’album stesso, è una rottura con le convenzioni. Una canzone d’amore bellissima che però parla di un rapporto finito. Proprio come il rimmel, l’amore si rivela un trucco, una cosa falsa, che poi finisce, e la faccia dell’ex amato può essere benissimo sostituita da un nuovo amore nei ricordi, nelle foto, in tutto.

Lui adesso vive ad Atlantide, con un cappello pieno di ricordi, ha la faccia di uno che ha capito e anche un principio di tristezza in fondo all’anima.

Atlantide (Buffalo Bill, 1976)

La storia di un uomo che vive nei ricordi, in una realtà che non esiste più simboleggiata dalla città sommersa di Atlantide. Il protagonista della canzone vive con una donna per cui stravede ma che non ama e si strugge nei ricordi di un amore passato che non ha avuto il coraggio di perseguire fino in fondo.

Generale, dietro la stazione, lo vedi il treno che portava al sole?

Generale (De Gregori, 1978)

Tra le più famose canzoni di De Gregori è impossibile non pensare a Generale. La canzone si riferisce al periodo in cui De Gregori faceva il militare in Trentino Alto Adige, che ai tempi era teatro degli attacchi terroristici di un gruppo armato per l’indipendenza dell’Alto Adige. Il treno che porta al sole rappresenta le speranze di lasciarsi indietro il paesaggio della guerra e andare dritti a casa, senza più pensare, come dirà il “principe” nel verso successivo.

Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre, l’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come sempre. L’Italia con gli occhi aperti nella notte triste, viva l’Italia, l’Italia che resiste.

Viva l’Italia (Viva l’Italia, 1979)

Tra le più belle frasi di De Gregori ci sono i versi conclusivi di questa canzone. Una canzone da cui traspare tutto l’affetto per l’Italia, nonostante i periodi bui e le tragedie, come quella del 12 dicembre, giorno della strage di piazza Fontana a Milano. Canzone iper-inflazionata tra comizi di partito, colonna sonora per video dell’Italia campione del mondo nel 1982, cosa non sempre apprezzata da De Gregori, che la vedeva più come una dedica a quella parte non piccola di Italia che continua a resistere.

Nino, non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia.

La leva calcistica della classe ’68 (Titanic, 1982)

Un’altra delle più famose canzoni del cantautore romano è proprio questa: parla sì di calcio ma ne fa un’allegoria della vita. Un grande giocatore, ed un grande uomo, restano tali anche se falliscono un’occasione importante.

E la vita Caterina, lo sai, non è comoda per nessuno, quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo, devi rischiare la notte, il vino, e la malinconia, la solitudine e le valigie di un amore che vola via.

Caterina (Titanic, 1982)

Canzone dedicata alla cantautrice Caterina Bueno, che il Principe accompagnò in alcuni concerti del 1971 e a cui era molto legato. De Gregori le era molto legato e le dedica questa bellissima canzone piena di affetto.

La storia siamo noi, nessuno si senta offeso.

La storia (Scacchi e tarocchi, 1985)

Anche in questa canzone dell’album Scacchi e tarocchi si racchiude una tra le più belle frasi di De Gregori. Questa canzone ci dice come la storia siamo noi, tutti noi che viviamo ogni giorno e non solo i “grandi” che governano le nazioni o sono a capo di imperi economici.

Qual è invece la vostra citazione di De Gregori preferita?

 

 

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