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La rinascita del cinema in sala: grazie a Paola Cortellesi gli italiani tornano al cinema

La rinascita del cinema in sala: grazie a Paola Cortellesi gli italiani tornano al cinema
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IL CINEMA ITALIANO RISVEGLIA LO SPETTATORE ADDORMENTATO

L’Italia è uno dei Paesi in cui la ripresa delle sale cinematografiche nel periodo post-pandemico si sta rivelando più difficile, con una perdita del 50% degli spettatori. Per aiutarli a uscire più rapidamente da questa crisi, il governo attuale aveva promesso una dotazione di 10 milioni di euro sotto forma di sconti sui biglietti.

Ma, come spesso accade, gli incentivi economici non bastano se non si supportano con un’educazione culturale mirata a rinvigorire la volontà del pubblico di uscire di casa, prendere i mezzi e sedersi davanti al maxi-schermo.

Ormai, con l’avvento delle piattaforme streaming, la soglia dell’attenzione si è ridotta radicalmente, e la comodità prevale spesso non solo sulla curiosità ma anche sulla qualità dei “prodotti” che “consumiamo” (non a caso utilizzo questo lessico).

Fatto sta che, a partire da registi come Rohrwacher, Garrone, lo stesso Sorrentino, insieme alle giovani promesse, il cinema italiano sta tornando agli antichi splendori, o perlomeno è tornato ad attingere a piene mani da essi, per un fare cinema che sta, finalmente, anche risvegliando lo spettatore addormentato, come direbbe Ennio Flaiano.

PAOLA CORTELLESI E LA RIVELAZIONE DEL SUO “C’È ANCORA DOMANI”

Il film C’è ancora domani, una commedia-dramma in bianco e nero sul patriarcato e l’emancipazione femminile nella Roma del dopoguerra, è diventato il fenomeno del momento nel cinema italiano, riempiendo le sale e scatenando il dibattito fin dalla sua uscita.

Il film, esordio alla regia della comica Paola Cortellesi, è uscito il 26 ottobre e ha già attirato nelle sale 1,9 milioni di persone e incassato 13,5 milioni di euro, diventando il film italiano più visto dell’anno, secondo Cinetel.

I dati del botteghino ne fanno anche il film italiano di maggior successo dopo la pandemia; e il fatto che non sia l’ennesimo cinepanettone o Checco Zalone, ne fa un dato ancora più incoraggiante.

Il film affronta il tema drammatico della violenza machista, ma rende anche omaggio al percorso di emancipazione femminile, con occasionali tocchi comici e sarcastici, musiche contemporanee e riferimenti al migliore e più tenero neorealismo italiano.

Delia, interpretata dalla stessa Cortellesi, è una moglie abnegata e sottomessa nella Roma del dopoguerra, la cui esistenza si limita a prendersi cura della famiglia, dei tre figli e del suocero, e a sopravvivere alle percosse del collerico marito Ivano (Valerio Mastandrea).

La famiglia vive in un appartamento sgangherato nel quartiere romano di Testaccio, soffrendo per la carestia lasciata dalla Seconda Guerra Mondiale, mangiando patate o indossando cerotti, completamente assoggettata ai disegni del pater familias.

“Credo che il film abbia suscitato tutto questo clamore perché ha messo a nudo un nervo scoperto”, ha detto la regista in un’intervista a “Propaganda Live”, sottolineando che in Italia in media una donna muore di violenza maschile ogni tre giorni. Ecco perché ha sostenuto che questo è uno spettacolo “per tutti”, “come società”.

Il successo di “C’è ancora domani” non si limiterà all’Italia, ma varcherà i confini nazionali e raggiungerà altri quindici Paesi, secondo quanto riportato dai media.

Giuseppe Pipino

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