Preparare la pasta senza colapasta è ormai un’abitudine anche in Italia. La cosiddetta pasta risottata sta quasi soppiantando la pastasciutta. La differenza sta nella preparazione: cottura classica in acqua bollente e poi l’aggiunta del condimento per la pastasciutta, mentre la pasta risottata è ottenuta portando la pietanza a completa cottura insieme a tutti gli altri ingredienti.
Ma perché questo metodo si fa sempre più strada nelle cucine degli italiani? Principalmente perché si risparmia tempo, secondo il 60% del campione in un sondaggio di WMF, brand tedesco specializzato in utensili e elettrodomestici da cucina condotto tra 1.200 italiani, realizzato in occasione della Giornata Mondiale della Pasta che si tiene proprio oggi, giovedì 25 ottobre. Cuocere tutto in un’unica pentola permette di sporcare meno e ridurre i passaggi della preparazione. Mentre per il 22% ne fa una questione di gusto, ritenendo che quella risottata sia più buona grazie a una maggiore amalgama degli ingredienti. Infine, il 13% degli italiani lo fa perché segue alla lettera ricette conosciute alla tv o su internet.
Secondo l’indagine di WMF, preparare la pasta senza colapasta sembra sia diventata un’abitudine per 4 italiani su 5. Nel dettaglio, il 47% degli intervistati ha confermato che una volta su 3, pari circa a due volte alla settimana, in media, la prepara non seguendo il metodo tradizionale, mentre il 26% dichiara di ricorrere alle paste risottate tra le 2 e le 4 volte al mese. Il 16%, invece, afferma che la “vera” pasta va sempre prima bollita e poi condita, infine, un 7% dichiara di non conoscere altri metodi di cottura diversi dalla pastasciutta.