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Il volontariato fa bene alla salute

Il volontariato fa bene alla salute

volontariatoIl volontariato aiuta a “invecchiare bene”. A sostenerlo, tre ricerche portate avanti in Italia,  in Inghilterra e negli Stati Uniti. Secondo l’indagine condotta da Cesvot su 212 anziani soci di cinque associazioni italiane nazionali,  dedicarsi al volontariato aiuta ad invecchiare in modo attivo e positivo perché favorisce l’incontro con persone amiche, il dialogo con i giovani e la partecipazione alla vita del territorio. Quasi il 90% degli intervistati si è dichiarato, infatti, soddisfatto del proprio stato di salute, mentre il 72,3% è convinto che invecchiare in modo attivo favorisca il benessere psicofisico, la capacità di confrontarsi con altri punti di vista (52,1%) e di impegnarsi a favore degli altri (46,5%).

Dalla ricerca emerge, dunque, una diffusa consapevolezza circa la necessità di superare la tradizionale visione dell’invecchiamento come perdita progressiva di autonomia e decadimento psicofisico, per porre invece l’accento sulle dimensioni positive.

Un altro studio, condotto dai ricercatori dell’Università di Exeter Medical School in Inghilterra, ha esaminato 40 documenti accademici e evidenziato  come le persone che praticano volontariato hanno riportato livelli più bassi di depressione e più elevati standard di vita e di benessere rispetto alla popolazione generale. I volontari hanno anche un quinto in meno di probabilità di morire entro i prossimi 4-7 anni rispetto alla media.

Altri studi precedenti avevano già evidenziato i benefici presunti legati all’attività di volontariato, tra cui una maggiore longevità, una migliore qualità di vita e una riduzione dello stress.

Infine, una ricerca della Carnegie Mellon University, negli Stati Uniti, ha dimostrato che il volontariato può migliorare la salute del cuore riducendo la pressione sanguigna. Secondo gli studiosi,  gli anziani che fanno volontariato per almeno 200 ore all’anno diminuiscono il loro rischio di ipertensione del 40 per cento. Un buon risultato se si calcola che l’ipertensione colpisce circa 65 milioni di americani ed è uno dei principali responsabili delle malattie cardiovascolari, la principale causa di morte negli Stati Uniti.

c.p.

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