In occasione dell’entrata in vigore dell’obbligo di green pass per tutti i lavoratori, anche le famiglie devono comportarsi come tutti gli altri datori di lavoro nei confronti di colf e badanti e controllarne il regolare green pass.
Secondo gli ultimi dati di Domina (l’Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico) nelle case degli italiani si stimano 600 mila lavoratori domestici senza green pass, mentre per Assindatcolf (Associazione sindacale nazionale dei datori di lavoro domestico) tale cifra sale addirittura a un milione, circa la metà delle persone impiegate in totale tra regolari e irregolari.
Come comportarsi
Secondo quanto ha recentemente dichiarato il ministro per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, «la colf senza pass va sospesa e le famiglie devono controllare. La famiglia dovrà comportarsi come qualsiasi altro datore di lavoro. In caso di rifiuto del lavoratore di esibire il green pass, la famiglia ha lo strumento per poter sospendere il collaboratore domestico, la babysitter, la badante come per tutti gli altri lavoratori”.
Cosa si rischia
Nel caso in cui un collaboratore domestico sia privo di green pass, la famiglia, come qualsiasi altro datore di lavoro, può incorrere in una sanzione: le multe vanno da 400 a 1000 euro.
Se il collaboratore fosse sprovvisto di pass, la famiglia potrà procedere con la sospensione e si potrà stoppare immediatamente il versamento dello stipendio, dall’inizio della sospensione alla fine. Nel caso della sospensione, la famiglia potrà procedere con la sostituzione del collaboratore non in regola, procedendo all’assunzione di una nuova figura.
Assenza di green pass non motiva il licenziamento
Il lavoratore sospeso non può essere licenziato con la motivazione dell’assenza della certificazione verde. Ma, venendo meno il rapporto di fiducia, il licenziamento è sempre possibile e libero nel settore domestico, rispettando il preavviso.