Arriva mySOLI, l’app che mette in rete anziani ospiti di RSA e case di riposo, famiglie e operatori. Ideato da kapusons, società che integra comunicazione, digital innovation e ricerca sociale, il progetto di “digital healthcare” è stato implementato in collaborazione con l’Istituto Nazionale Riposo e Cura per Anziani (INRCA).
L’obiettivo del progetto è favorire, attraverso la tecnologia, modelli di assistenza sociale più efficienti e vicini alle persone, in modo particolare alle necessità crescenti dei senior.
L’app mySOLI è stata già adottata in alcune strutture sanitarie, come case di riposo, cliniche, presidi ospedalieri e centri di riabilitazione. Si è appena aggiudicata, inoltre, il prestigioso SilverEco & Aging Well Award 2022 alla quattordicesima edizione del Festival internazionale dedicato alla Silver Economy svoltosi a Cannes il 12 e 13 settembre e che ha selezionato le migliori best practice mondiali sul tema.
L’app per non sentirsi mai soli
Doversi separare da un genitore o un parente anziano per ricoverarlo in una struttura di cura o una casa di riposo è sempre doloroso, per non parlare del senso di solitudine, smarrimento e angoscia che vive chi affronta il ricovero, che magari si rivela più lungo e problematico del previsto. Ce lo ha dimostrato l’emergenza Covid, che sebbene superata, ancora oggi costringe le strutture a contingentare accessi e orari di visita, limitando fortemente i contatti con l’esterno e le famiglie.
La tecnologia viene in soccorso per non sentirsi, appunto, mai soli. Con un gioco di parole, mySOLI è l’app pensata per contrastare la solitudine accorciando le distanze tra pazienti anziani o non autosufficienti ricoverati nelle strutture sanitarie, le loro famiglie e gli operatori. L’obiettivo è restare in contatto con i propri cari, coinvolgendoli nel percorso di assistenza e nella vita dell’anziano, migliorando la sua qualità della vita e l’efficienza delle cure.
mySOLI è un progetto di “digital healthcare” nato espressamente per contrastare l’isolamento degli anziani che vivono in case di cura o devono affrontare una lunga degenza, supportando caregiver e operatori sanitari nella comunicazione quotidiana con le famiglie degli ospiti.
Il canale diretto tra strutture sanitarie e famiglie e una community stretta attorno al paziente
L’app offre un canale diretto di dialogo protetto e a portata di smartphone o tablet, in cui scambiare messaggi e immagini, condividere informazioni sulle attività dell’ospite, consentire al paziente di sentire la vicinanza dei propri cari e alla struttura di velocizzare l’assistenza.
Prevede una funzione “diario” in cui l’operatore della casa di riposo può annotare le attività, l’umore e i comportamenti dell’ospite, aggiornando i familiari senza bisogno di chiamare la struttura. Nello stesso ambiente, parenti, ospiti e operatori possono creare post, commentare, inviare messaggi testuali, audio e video, come una vera community. Le foto, i video e i messaggi vocali ricevuti dall’ospite vengono raccolti in una gallery di facile utilizzo da parte dell’anziano accompagnato dall’operatore.
Inoltre, gli operatori hanno un canale di comunicazione diretta per inviare richieste sulle necessità pratiche dell’ospite. L’uso dell’app è intuitivo fin dal primo utilizzo, non richiede assistenza di operatori o installazioni di software specifici, e garantisce la privacy totale nel pieno rispetto delle disposizioni GDPR.
Il supporto di Regione Lazio e il processo di co-creazione con enti di ricerca, strutture e terzo settore
L’iniziativa è stata in parte finanziata da Lazio Innova-Regione Lazio con l’utilizzo di fondi europei nell’ambito di un progetto più articolato che punta allo sviluppo di modelli innovativi di assistenza per una maggiore umanizzazione delle cure mediche. Lo sviluppo e il rilascio dell’app hanno richiesto circa 3 anni di lavoro, a partire da un’attività di analisi e assessment dei bisogni, con una Ricerca quali-quantitativa rivolta alle strutture residenziali di una regione campione rappresentativa del contesto nazionale (il Lazio).
Il lavoro ha scattato una fotografia aggiornata delle condizioni degli utenti ricoverati, delle difficoltà dei loro familiari, delle prassi in uso e delle priorità, raccolte anche attraverso la voce di operatori del settore, associazioni, esperti, in una logica di co-creazione.
In questo percorso, coordinato da kapusons, sono stati coinvolti anche una serie di partner di eccellenza, tra cui INRCA-Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani, l’agenzia di informazione sociale Redattore Sociale e l’Istituto per la ricerca economica e sociale Fondazione Di Vittorio.
“”L’intuizione di sviluppare mySOLI è nata poco prima dell’emergenza Covid e dall’esperienza personale di alcuni membri del nostro team che vivono lontano dalle loro famiglie e non hanno l’opportunità di visitare con frequenza i loro nonni che vivono in strutture di cura – dichiara Ugo Esposito, CEO di kapusons – Ci siamo quindi voluti sfidare sul terreno dell’incontro tra comunicazione e impatto sociale a partire da un nostro specifico punto di vista che attribuisce un ruolo centrale all’attività di ricerca sociale per ascoltare e rispondere ai bisogni per poi utilizzare le nostre competenze tecnologiche a servizio di queste esigenze. Proseguiremo su questa strada, adattando ad esempio l’app alle esigenze di case di cura, presidi ospedalieri, centri di riabilitazione e cliniche di lungo degenza offrendo anche un affiancamento in comunicazione, ove necessario, per l’implementazione del sistema mySOLI presso i loro utenti”.