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Moda di seconda mano per una scelta sostenibile

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Per chi non lo sapesse, l’industria della Moda è riconosciuta come la più inquinante per il nostro Pianeta. A spopolare è il fast fashion e addirittura l’ultra-fast fashion, ovvero quel design che passa rapidamente dalle passerelle e influenza le attuali tendenze della moda.

Fortunatamente, esiste una soluzione per salvaguardare noi e l’ambiente: il mercato di seconda mano, anche conosciuto come “moda circolare“. Oggi, infatti, la tendenza è quella del no-waste, del plastic-free, della sostenibilità andando contro il consumo compulsivo e le produzioni inquinanti eccessive.

Gli effetti dell’industria della moda sull’ambiente

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, infatti, l’industria della Moda produce dall’8% al 10% di tutte le emissioni globali di CO2, ovvero tra i 4 e 5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica immesse in atmosfera ogni anno. Si registra, inoltre, un eccessivo consumo di acqua ascrivibile a questo settore: si stima si consumi circa 79.000 miliardi di litri di acqua all’anno.

La manodopera e la qualità del prodotto sono subordinate a materiali di scarsa qualità a prezzi più convenienti. Diversi studi dimostrano che la produzione di poliestere è quasi triplicata dall’inizio degli anni 2000, passando da circa 25 a circa 65 milioni di tonnellate prodotte ogni anno. É sempre più raro trovare capi dei nostri brand preferiti, perché in parte più economici, che non contengano almeno il 10% di poliestere o di altri materiali sintetici.

Sono altrettanto sconvolgenti sono i numeri degli scarti tessili. É stato rilevato che il 73% dei vestiti viene ritrovato sepolto in discarica o incenerito; il 12% viene riciclato, ma vengono riutilizzati per lo più come stracci per pulire; solo l’1% degli scarti si trasforma in abiti nuovi e da rimettere in circolo.

Sostenibilità e circolarità

L’economia che ruota intorno ai capi di seconda mano è un trend a cui gli italiani si stanno sempre più avvicinando, poiché riconoscono le effettive problematiche legate all’ambiente. Sono sempre più consapevoli del valore che può avere un capo o un oggetto a cui viene data una seconda possibilità.

Negli ultimi anni, è aumentata la sensibilità sulla scelta di consumi di seconda mano che offre a quei capi non più usati, che conservano un ottimo stato, una seconda chance.

Sono nate anche moltissime realtà nell’etere dove è possibile mettere in vendita capi ed accessori che non vengono più utilizzati, ma che qualcun altro potrebbe dargli una seconda vita. Basti pensare alle applicazioni come Vinted o Depop, che fungono da vetrina per tutti quei vestiti che non indossate più e che non volete buttare.

Acquistando capi di seconda mano, si favorisce la cosiddetta “Economia circolare“, ovvero quel sistema che si basa sul concetto di riutilizzare i prodotti usati, che non hanno raggiunto la fine del loro ciclo di vita.

Questo sistema, oltre ad avere il vantaggio di sprecare meno materia prima, aiuta a contenere le produzioni secondarie (ad esempio gli imballaggi) e la produzione dei rifiuti, favorendo così l’abbattimento delle emissioni e dell’impiego di risorse.

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