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Car sharing: condividere l’auto per risparmiare in viaggio e in città

Esiste da tempo, ma non tutti sanno di preciso come funziona. Stiamo parlando del Car sharing, un sistema di auto a noleggio a pagamento che consente di rinunciare all’auto, risparmiare su assicurazione, eliminare lo stress del parcheggio e, perché no, salvaguardare l’ambiente. Più che una tendenza, una vera e propria filosofia di mobilità a quattro ruote.

Diffuso in Italia dall’inizio degli anni 2000, il Car sharing significa letteralmente “auto in condivisione” ed è cresciuto costantemente negli ultimi dieci anni, fino a raggiungere oltre 22.000 utenti, quasi 1.000 auto e 400 parcheggi dedicati, per una media di circa 30 clienti per auto.

Altraetà.it vi propone una breve guida per cominciare ad usare auto in condivisione, senza dover mai rinunciare ad un viaggio d’affari o a una gita di piacere.

Il Car sharing tradizionale prevede un abbonamento annuale e la possibilità di prenotare l’auto telefonicamente o online, ritirandola nel parking convenzionato più vicino a casa. I costi variano a seconda di diversi parametri:

  • Modello e cilindrata dell’auto
  • Tempo di utilizzo
  • Chilometri percorsi
  • Carburante consumato

Oggi tutti i passaggi – dalla prenotazione al pagamento – vengono solitamente effettuati tramite app su smartphone, come avviene nel caso di Enjoy, l’innovativo servizio noleggio di Fiat 500 che negli ultimi 18 mesi ha conquistato 250mila iscritti e oltre 2 milioni e mezzo di noleggi. Ma resiste ancora la smart card, da accostare al parabrezza, in corrispondenza dell’apposito chip, per avviare e terminare il noleggio. All’interno della vettura l’utente troverà le chiavi.

Alla fine della corsa (che può durare un’ora come diversi giorni), l’auto va lasciata in un parcheggio abilitato a scelta, anche se oggi si può parcheggiare un po’ ovunque: il cosiddetto “free floating”, che ha fatto la fortuna di sistemi come Car2Go.

milano car2go

Nell’aprile 2014 è partito a Napoli il Bee Mobility saring, l’innovativo servizio di auto elettriche a noleggio, con la stessa formula del Car sharing tradizionale, ma in più i confort dell’eletronic mobility e impatto ambientale quasi azzerato, sul modello dell’Eq Sharing a Milano.

I costi? Nel medio-lungo periodo, non c’è paragone con l’auto privata, evitando bollo, assicurazione e manutenzione ordinaria e straordinaria. Proviamo, dunque, a mettere a confronto i vari servizi tra loro. Ed è qui che notiamo le differenze più significative. L’abbonamento tradizionale è decisamente meno conveniente rispetto ai sistemi più recenti e informatizzati, dove i costi sono tutti spostati sul minutaggio.

Dai 100 euro dell’abbonamento standard, scendiamo ai 30 euro di Bee Mobility sharing e Eq sharing e ai 19 di Car2Go, fino a Enjoy, dove l’iscrizione è completamente gratuita. Una differenza in larga parte compensata dai costi variabili, che nel Car sharing tradizionale si aggirano intorno ai 2 euro all’ora di media, contro i 13 centesimi/minuto di Eq Sharing, i 15 di Bee, i 25 di Enjoy e i 29 di Car2Go.

Negli ultimi anni il concetto di Car sharing si è via via evoluto, aprendosi a diverse varianti. La più fortunata è, senza dubbio, BlaBlaCar: un portale per viaggiatori moderni e tecnologici che ha rovesciato il vecchio concetto di “passaggio”, offrendo la possibilità di condividere un’auto (ma anche tutte le spese di viaggio, dal casello al carburante) su tratte lunghe. La parola d’ordine è: più si è, meno si paga. Ma per il conducente la corsa è gratis.

BlaBlaCar-

Lorenzo Tosa

Scopri come risparmiare sull’assicurazione auto

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