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Assistenza: in Italia i posti letto sono pochi e cari

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In Italia si vive più a lungo, ma non così in buona salute. A pochi giorni dal congresso della Sigg (Società italiana di gerontologia e geriatria), i cui specialisti hanno ritenuto opportuno alzare la terza età dai 75 anni in su, alla luce del cambiamento della società negli ultimi anni, un’analisi condotta da Isimm ricerche ribalta questo assunto, mettendo in luce un’altra faccia dell’aspettativa di vita. Ma non solo. Dai dati emerge anche un panorama non particolarmente roseo sulle strutture assistenziali nazionali. In estrema sintesi, pochi posti letto e rette che in pochi riescono a permettersi.

 

 

 

 

Anziani? Solo dopo i 75

Secondo la Commissione europea, le rsa dovrebbero assicurare circa 60 letti ogni mille ultrasessantenni. Nei Paesi Ocse la media è di 49,7 letti: in testa c’è l’Olanda, con una media di oltre 88, seguita da Svizzera (66), Francia e Germania (circa 55). L’Italia? È quart’ultima con una media di 19,2 letti, seguita solo da Lettonia, Polonia e Turchia. Nel nostro Paese, inoltre, la risposta assistenziale anche per le cure a lungo termine marcia almeno a tre velocità, visto che dei 240 mila letti destinati ai nostri anziani, quasi la metà sono concentrati nel Nord Ovest, mentre 67.500 sono nel Nord Est, 28.500 al Centro, e solo 17.400 nel Sud e 14 mila nelle isole.

Le differenze diventano ancora più marcate a livello regionale: spicca il Piemonte, con una media di quasi 41 letti, seguita da Valle d’Aosta, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, intorno a una media di 30. La regione più anziana d’Italia, la Liguria, ne conta solo 13,6, una media addirittura inferiore a quella nazionale. Nel centro e nel Sud i numeri sono impressionanti: l’Umbria conta solo 3,3 posti letto, Abruzzo e Campania 5.

E, regola di mercato, quando la disponibilità è bassa, i prezzi di alzano: secondo i dati dell’Osservatorio sulle residenze per gli anziani in Italia, la metà delle residenze pubbliche ha una retta pari o superiore ai 60 euro, il che significa 1.800 euro al mese, nonostante parte dei costi sia coperta dai servizi sanitari regionali. Nelle strutture private il costo sale ancora, piazzandosi in media intorno ai 2.400 euro mensili.

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