AltraEtà pubblica il XVIII Rapporto sul turismo italiano, presentato alla Bit di Milano. Il 2012 è il primo vero anno di crisi del turismo in Italia; è l’annus horribilis del turismo domestico, mentre il turismo incoming mostra comunque un aumento.
I residenti in Italia sono stati duramente toccati dalla crisi e, in buona parte hanno rinunciato o ridotto le loro vacanze, in particolare quella estiva più tradizionale, quella balneare. Per il balneare, per il 2012 si stima un calo di presenze intorno all’8%, mentre sembrano avere tenuto e sono significativamente aumentate, per il ruolo della componente estera di lungo raggio, le vacanze d’arte e culturali.
Al momento (13 febbraio 2013) le stime dell’ONT (Osservatorio Nazionale del Turismo) indicano per l’anno 2012 un diminuzione intorno -6% degli arrivi ed al -7% delle presenze. Probabilmente, come sempre accade, queste stime saranno attenuate di dati a consuntivo, ma bisogna comunque prenderne atto e valutare la grande novità del 2012, rappresentata dal fatto che nel 2012 la crisi economica, per la prima volta, ha toccato in modo sostanziale anche il turismo.
L’annus horribilis è arrivato quasi senza accorgersene dopo che l’anno 2011 è stato, senza accorgersene, l’anno record del turismo italiano, con 386,9 milioni di presenze. Quasi senza accorgersene perché le stime disponibili fino a dicembre 2012 relative all’anno 2011 indicavano una diminuzione dello 0,5% delle presenze, mentre invece i dati definitivi Istat, pubblicati a fine dicembre 2012, indicano un aumento del 3,0%, determinato da una situazione stazionaria degli italiani e da un aumento del 6,8% delle presenze internazionali (dell’8,4%) degli arrivi.
Le tendenze di fondo in atto nel biennio 2012 e 2013 in Italia sono le seguenti: gli italiani sono andati meno in vacanza per effetto delle crisi economica in atto; quelli che sono andati hanno speso, in media, meno dell’anno precedente; si è verificata una grande crisi delle vacanze balneari, per le quali si stima una diminuzione intorno al 10% in termini di presenze (pernottamenti) e intorno al 15% in termini di spesa.
Gli stranieri sono aumentati, anche se in modo più attenuato, continuando il trend degli ultimi anni, ma il loro aumento è determinato da motivazione d’arte e culturale e dal mercato intercontinentale con un forte sviluppo dei Paesi Bric. Se le provenienze intercontinentali risultano positive, quelle europee hanno risentito degli effetti della crisi, mostrando grandi difficoltà (ne hanno risentito in particolare il mercato francese, quello spagnolo e quello austriaco). Per gli stranieri tengono le vacanze lacuali, mentre per la componente balneare mostrano una diminuzione, anche se più contenuta rispetto alla componente nazionale.
La crisi sembra avere riguardato in particolare i due opposti del mercato delle vacanze: quelle più abbienti e di maggiore ostentazione (i grandi resort di lusso, che finora hanno avuto un loro mercato autonomo) e quelle più a buon mercato, il segmento dei marginali che nel 2012 o non le ha fatte o le ha fatte riducendo il periodo di permanenza. Per la prima volta dopo un quarto di secolo di continuo sviluppo è in calo il benessere termale, mentre il benessere tradizionale continua la sua tendenza di leggera ma continua diminuzione. Hanno tenuto le vacanze sportive e di montagna “low cost” e “fai da te”, con costi molto flessibili favoriti anche dall’on line. Per gli effetti dei punti visti ci sono località che comunque hanno visto un andamento positivo, come le grandi città d’arte e come altre destinazioni d’arte o ambientali paesaggistico diffuse sul territorio.
Nel 2013 perdureranno gli effetti della crisi per il mercato domestico, che dopo il forte calo del 2013 manterrà le proprie posizioni già al massimo del ribasso, mentre la componente internazionale continuerà il suo trend positivo, ma con un leggero aumento rispetto al 2012.
Probabilmente nel 2013, dopo l’annus horribilis, vi sarà una situazione stazionaria o di leggera ripresa, ma bisognerà attendere il 2014 per un nuovo significativo aumento del movimento turistico.
c.p.