Negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un vero e proprio boom della telemedicina. Di fronte a un’emergenza inaspettata, la Sanità si è trovata a fronteggiare criticità di lunga data, che hanno reso evidente la necessità di modernizzare il settore. Numerosi attori – ospedali, cliniche, strutture per l’assistenza – si sono così rivolti alla telemedicina per digitalizzare i loro processi. Di questi cambiamenti abbiamo parlato con Antonio Sammarco, CEO di Ultraspecialisti, centro servizi di telemedicina specialistica nato quattro anni fa, che prenderà parte alla terza edizione del Silver Economy Forum (5-6-7 novembre)
Che tipo di servizio propone Ultraspecialisti? In quali campi della medicina?
Ultraspecialisti è un centro servizi attivo nel settore della telemedicina specialistica. Ultraspecialisti ha ripensato il “patient journey” ideando un’innovativa piattaforma di telemedicina che permette a medici ultraspecialisti – da qui il nome dell’azienda – di erogare consulti medici a distanza in soli 5 giorni, assistendo i pazienti e loro famiglie in tutte le fasi del percorso di cura. Nel pieno rispetto della normativa della privacy e delle linee guida nazionali in tema di telemedicina.
Ci teniamo a specificare che per Ultraspecialisti innovazione ha un valore duplice. Da una parte c’è la componente di innovazione tecnologica. La piattaforma www.ultraspecialisti.com, validata da oltre 5000 test effettuati in quattro anni, utilizza un device medico certificato che consente sia all’utente/paziente di inviare al medico ogni tipo di esame diagnostico (file DICOM compresi) sia al medico di visualizzare i file come se fosse in ambulatorio. Dall’altra c’è invece l’ancor più importante e determinante aspetto dell’innovazione di processo: Ultraspecialisti è stata sviluppata – ed è sempre in costante evoluzione – insieme agli stessi specialisti e risponde alle esigenze che tutti i giorni medici e pazienti riscontrano all’interno delle strutture ospedaliere. L’obiettivo principale è garantire la qualità del servizio, rendendolo efficace e misurabile.
Percorsi di cura personalizzabili e ambiente sicuro
Attraverso Ultraspecialisti, chiunque abbia bisogno di comunicare con uno specialista può farlo in un ambiente sicuro e protetto, senza necessità di spostarsi da casa. Ultraspecialisti è nato come servizio di second opinion, ma negli anni ha mutato forma. Oggi, grazie anche a un team più maturo ed esperto, offriamo un servizio molto più ampio, che va a coprire l’intero percorso di cura del paziente. A partire dal singolo parere del medico, si sviluppano infatti una serie di possibili percorsi di cura personalizzabili utili a semplificare i processi di visita di controllo a distanza e di tele-monitoraggio, in particolare dei pazienti cronici (oncologici, diabetici, cardiopatici ecc.). Per supportare chi si rivolge a Ultraspecialisti, ci avvaliamo anche di un case management team, affiancato da un help desk, che si rivela spesso fondamentale per permettere ai pazienti di orientarsi in modo più consapevole all’interno della piattaforma.
Quale valore aggiunto offrite a chi è in cerca di un consulto medico?
Una breve premessa. In particolare dall’inizio dell’emergenza Covid-19 sono nate molte realtà che si sono proposte di “fare telemedicina”. Nella maggior parte senza alcun tipo di esperienza alle spalle né di rispetto delle norme imposte dalle linee guida nazionali. Ultraspecialisti si è allineata da subito agli standard imposti dal Ministero della Salute e dal GDPR e garantisce la totale sicurezza dei dati. La piattaforma www.ultraspecialisti.com è quindi uno strumento appropriato per fare telemedicina, ciò che non sono né le app di messaggistica istantanea come Whatsapp né servizi di videochiamata come Skype e Zoom, perché non hanno il corredo appropriato per essere in grado di dare un supporto completo al percorso diagnostico-terapeutico. Non basta “essere connessi”!
Avendo affinato i processi della piattaforma per più di quattro anni, il nostro servizio riesce ad avere un impatto reale e positivo sul percorso di cura delle persone. Come certificano i tanti attestati di stima che riceviamo dai pazienti che decidono di affidarsi a noi e alla comunità di più di 100 medici (di quasi 30 diverse aree terapeutiche) che hanno sposato il progetto. Proprio i medici costituiscono un valore aggiunto che riteniamo fondamentale. Su Ultraspecialisti erogano consulti soltanto “ultraspecialisti”, ovvero professionisti che rispondono a requisiti di esperienza garantiti da un comitato scientifico costituito ad hoc.
Attraverso la piattaforma Ultraspecialisti è possibile accedere a televisite e teleconsulti per oltre 200 patologie: perché è importante investire nella telemedicina?
Parlare oggi della necessità di potenziare i processi di telemedicina è molto più semplice rispetto a quattro anni fa, quando abbiamo fondato Ultraspecialisti. La pandemia di Covid-19 ha portato alla luce esigenze e problemi che l’intero sistema della Sanità avrebbe dovuto affrontare ben prima. Come per esempio la de-ospedalizzazione delle cure o il triage del non acuto, o ancora il monitoraggio domiciliare. Investire in telemedicina vuol dire oggi rendere più semplice ed efficiente la Sanità, aspetto quanto mai importante visto il periodo di emergenza che stiamo vivendo. Alcuni attori lo hanno capito, altri ancora faticano a comprendere l’importanza dei processi digitali in questo settore. Facendo informazione ed educazione, con Ultraspecialisti stiamo cercando di sforzarci per velocizzare questo cambiamento.
Avete notato un aumento di richieste conseguente alla pandemia da Covid-19?
In primo luogo abbiamo riscontrato maggiore sensibilità verso il tema della telemedicina da parte dei player della Sanità. Durante il 2020 abbiamo stipulato convenzioni con diverse realtà ospedaliere presenti sul territorio italiano e non solo, per supportare in particolare i processi di virtual hospital e il monitoraggio dei pazienti cronici impossibilitati a recarsi in struttura. C’è stata in generale una crescita delle richieste di consulto sulla piattaforma Ultraspecialisti (+150% rispetto allo stesso periodo del 2019). Numeri che riteniamo però una naturale evoluzione del lavoro svolto dal 2016 a oggi e non necessaria conseguenza dell’emergenza Covid-19.
Micol Burighel
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