Un’età media che supera i 50 anni (sono il 58% a superare questa soglia), uno stipendio percepito che corrisponde al 93% del loro valore (confrontando i dati del 2005) e certamente inferiore alla media Ocse. Questo il profilo professionale dell’insegnante medio in Italia.
Secondo i dati resi noti dall’ultimo report “Education at a glance 2018” realizzato dall’Ocse in collaborazione con l’Associazione TreeLLLe, l’Italia si colloca in cima alla classifica dei Paesi con il personale docente più anziano.
Parlando di stipendi, rispetto al 2005 le retribuzioni subiscono una variazione tra l’89% (scuola secondaria superiore) e il 94% (scuola pre-primaria), sempre rispetto alla media Ocse. Osservando le retribuzioni nell’arco della carriera di un docente, inoltre, lo stipendio sembra crescere in modo ridotto rispetto a quanto accade nelle altre nazioni. Un gap notevole in Italia, invece, è segnato dai compensi percepiti dai dirigenti scolastici se confrontati con quelli concessi al corpo docente.
Secondo quanto afferma il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, c’è la necessità di programmare aumenti a breve termine: «Il tema andrà affrontato nelle sedi opportune con i sindacati, perché dobbiamo ottenere miglioramenti per i professori. Non posso promettere nulla, ma dire che se lo meritano sicuramente sì».