Stiamo vivendo un’epoca di cambiamenti demografici senza precedenti. L’aumento dell’aspettativa di vita e il calo dei tassi di fertilità, combinati con il miglioramento degli standard di vita e dell’assistenza sanitaria, hanno attivato un processo completamente nuovo nella storia umana: l’invecchiamento della popolazione globale. Tema al centro dello studio della Rome Business School “Silver economy: analisi di un settore in costante crescita capace di contribuire allo sviluppo di un’economia italiana vibrante, innovativa e sostenibile”.
La ricerca, a cura di Valerio Mancini, direttore del Centro di Ricerca della Rome Business School e Katerina Serada, Fondatrice del SDG Hub (Center for Sustainable Economies and Innovation), fa un’analisi sull’impatto dell’aumento della popolazione over 65 in Italia e nel mondo, e studia come ciò rappresenta un’importante opportunità di business e di sviluppo tecnologico.
Lo scenario interazionale
Secondo le Nazioni Unite, nel 2020 è stata raggiunta la soglia di 727 milioni di persone con più di 65 anni a livello globale e si prevede che questa cifra raddoppierà, raggiungendo 1,5 miliardi di abitanti over 65 già nel 2050. Tutte le regioni del mondo sperimenteranno un’inversione storica: gli over 65 supereranno i bambini sotto i 15 anni entro il 2075. Nel 1995 l’Italia è stata la prima nazione a sperimentarla, ora sono 34 i Paesi sviluppati a presentare questo trend, che continuerà ad aumentare e coprirà 90 Paesi entro la metà del secolo. Il mondo intero assisterà a questa transizione epocale proprio a partire dal 2075.
I numeri della silver economy
Per silver economy si intende il complesso di attività economiche rivolte specificamente alla popolazione con 65 anni o più che cessano, parzialmente o totalmente, l’attività lavorativa, passando da uno stile di vita attivo a uno stile di vita “differentemente attivo”. I silver rappresentano il 23% della popolazione italiana, pari a circa 14 milioni di persone, di cui oltre la metà donne, e diventeranno oltre 16 milioni nel 2030.
Parte dei silver appartiene anche alla categoria “baby boomers” (coloro nati tra il 1946 e il 1964), e attualmente controllano tre quarti del patrimonio netto mondiale, grazie anche al fatto di aver goduto di un’epoca di rapida crescita economica con salari stabili. Dato che il loro reddito lordo medio globale sarà il più alto tra tutti i gruppi di età entro il 2030, le loro spese determineranno l’avvio dell’era della silver economy.
I silver in Italia
Rispetto al passato, secondo l’Osservatorio Senior delle Poste Italiane, i nuovi silver hanno modificato stile di vita e abitudini. Solo il 13-14% degli intervistati afferma che a 65 anni si sente anziano, non sente il bisogno di essere aiutato e continua a svolgere le proprie attività quotidiane in maniera indipendente. Non solo, i silver sono il “perno familiare”: oltre 9 milioni di nonni si occupano dei nipoti e oltre 7 milioni contribuiscono con risorse monetarie alla famiglia di figli e nipoti. È da considerare che sono una generazione più benestante delle generazioni precedenti e successive: con oltre 20,3 mila euro il reddito reale equivalente delle famiglie con a capo un over 65 è superiore dell’11% rispetto al totale e del 25% rispetto alle famiglie con a capo un under 34. Si tratta poi di un trend in costante crescita: la quota di ricchezza della parte più anziana della popolazione sul totale delle famiglie italiane è passata in 20 anni (dal 1995 al 2016) dal 20,2% a quasi il 40% del totale.
Inoltre, in Italia, i senior sono 5,9 milioni e le donne 6,8 milioni. Gli uomini hanno un reddito pensionistico annuo complessivo di 135,8 miliardi di euro, circa 25 miliardi in più delle donne (il reddito medio pro capite è di euro 23.156 per gli uomini e 16.254 per le donne). In più, la porzione di popolazione pensionata più numerosa è quella tra i 70 e i 74 anni – quasi 3 milioni di persone – ed è anche quella più ricca, detenendo un reddito complessivo di poco meno di 59 miliardi di euro, circa 700 milioni in più della fascia dei 65-69 anni, la quale percepisce però il reddito medio pro capite più alto: 21.342 euro.
L’impatto economico della silver economy in Italia
In Italia esiste una silver society, in quanto attualmente non ci sono fattori che possano suggerire un’inversione dell’invecchiamento della popolazione. Attualmente, la popolazione over 65 rappresenta il 23,2% del totale, quella fino a 14 anni di età il 13%, quella nella fascia 15-64 anni il 63,8%, mentre l’età media si è avvicinata al traguardo dei 46 anni. Entro il 2050 le persone di 65 anni e più potrebbero rappresentare il 35% del totale secondo lo scenario attuale.
In Italia, il valore aggiunto riconducibile ai settori economici in cui la silver economy ha un impatto diretto è di almeno 43,4 miliardi di euro. Il settore che beneficia di più della spesa dei silver è l’abitazione (il 48,7% del totale della spesa media mensile dei single over 65), seguita dalla spesa alimentare: il consumo per prodotti alimentari e bevande analcoliche delle coppie over 65 è più alto di circa il 12% di quello delle corrispondenti tipologie familiari più giovani. Il terzo settore per importanza è quello dei trasporti (il 9% della spesa mensile) e, naturalmente, anche la spesa per i servizi sanitari e per la salute dei silver è rilevante: 167 miliardi di euro in Europa, circa il 53% di tutta la spesa per la salute che in Italia rappresenta il 6-7% della spesa mensile degli over 65.
L’importanza dell’innovazione tecnologica
Continua a crescere quindi anche la domanda per i prodotti destinati ai consumatori silver. Questo avrà un impatto significativo sullo sviluppo dei prodotti e porterà alla convergenza dei mezzi e delle tecnologie di assistenza con i beni di consumo, con un impatto diretto sulla competitività delle pmi che producono ed esportano beni nei “mercati dell’invecchiamento” in tutto il mondo. Per rimanere competitive nel contest della globalizzazione, le pmi dovranno investire nella ricerca e nello sviluppo della loro offerta e fare anche molta attenzione al mondo digitale.
Uno studio del Pew Research Center ha riscontrato che esiste una crescita importante nell’utilizzo delle nuove tecnologie da parte degli over 65: si registra un sostanziale incremento nell’adozione e nell’uso di Internet, smartphone, “banda larga” e tablet. In particolare, il futuro della silver economy sarà legato all’uso di nuovi servizi abilitati da assistenti vocali, sensori IoT, wearable e sistemi di augmented intelligence e machine learning.
Le nuove tecnologie hanno svariate utilità: possono essere applicate alle abitazioni (smart homes, robot per la pulizia, sistemi antintrustione), nella mobilità (mezzi self driving e sistemi di navigazione e geolocalizzazione wearable), per il benessere e la salute (servizi tecnologici integrati per monitorare la salute e offrire assistenza a distanza).
Vale la pena ricordare che l’invecchiamento è spesso accompagnato da una maggiore probabilità di disabilità e di limitazioni funzionali: è in crescita anche l’interesse globale per la “tecnologia assistiva” e per tutte quelle soluzioni innovative che contribuiscono all’autosufficienza. Aumenta anche la registrazione di brevetti in tutte le categorie legate a questa tipologia di tecnologia, come robot, IoT, AI, sensori avanzati, sistemi di interfaccia vocale e così via. Si tratta pertanto di un business di enormi dimensioni: più di 1 miliardo di utenti hanno attualmente bisogno di tecnologia assistiva, una cifra che dovrebbe raggiungere i 2 miliardi entro il 2050.
I dati dimostrano che il futuro dei senior sarà indubbiamente legato in modo indissolubile all’evoluzione tecnologica, determinando così una doppia opportunità: sia per gli stessi senior di allungare e migliorare in qualità la loro vita attiva, sia un’opportunità di mercato, per chi saprà offrire servizi utili, semplici da utilizzare, sicuri e al giusto costo.