La crisi economica ha cambiato i consumi e riportato alla ribalta mestieri dimenticati, come quello dell’agricoltore
La crisi economica ha ridotto i posti di lavoro e influito pesantemente sui risparmi degli italiani. La disoccupazione giovanile ha raggiunto il 40% e, nonostante le varie riforme attuate del Governo, si vanno a ingrossare le file di coloro che, dopo il diploma o la laurea, cercano lavoro all’estero.
Chi non tenta la fortuna altrove, si adatta. Un adattarsi che però non è sempre sinonimo di sconfitta, quanto se mai di riscoperta. In questo senso vanno lette le nuove tendenze che si stanno affacciando sul mercato del lavoro: la riscoperta di lavori perduti e il loro adattamento ai tempi moderni. Complici i nuovi hippie (gli hipster), complice la cultura new age, che ha voluto -e ottenuto- costruire giovani dalle identità fluide, dalle esperienze multiple, dalle conoscenze potenzialmente infinite e dagli spiriti creativi, complici le nuove tendenze alimentari vegane, crudiste, biologiche e vegetariane e il culto dell’alimentazione intesa come medicina e cura per il corpo, sono state sempre di più , nell’ultimo anno, le nuove imprese nel campo dell’agricoltura.
Nel 2016, solo in Liguria, ne sono state aperte 59, secondo i dati di Unioncamere, con un aumento è del 156% rispetto al 2015; quando non ci sono prospettive, bisogna reinventarsi e perché no, tornare a praticare quei mestieri che non sono poi così antichi.
I giovani che si tuffano nel mondo dell’agricoltura e che lanciano aziende agricole, spesso hanno studiato tutt’altro nella vita, ma senza perdersi d’animo si reinventano, partendo, quando possibile, da terreni o immobili già di proprietà.
I dati elencati probabilmente tenderanno a crescere non appena la Regione varerà il nuovo Piano di sviluppo rurale e i nuovi finanziamenti alle imprese. Gli agriturismi sono molto gettonati dai turisti stranieri e hanno successo settori come il vino, l’olio e la produzione di olive e miele.
La riscoperta della natura non coinvolge solo i giovanissimi. Sono in molti quelli che, dopo una vita passata a lavorare in città, in aziende o uffici, si sono affacciati al mondo dell’agricoltura e ne hanno fatto il loro mestiere.
E’ il caso di Carlo Oliveri, 42 anni, che ha lasciato un contratto a tempo indeterminato in un caseificio di Reggio Emilia per dare vita a un’azienda tutta sua: “C’è chi pensa che sia un pazzo, […] Forse un briciolo d’incoscienza ci vuole, […] ma una passione che mi ha accompagnato per tutta la vita è diventata il mio mestiere. Certo la buona volontà non basta, serve determinazione, non bisogna abbattersi di fronte alle prime difficoltà.”
Determinazione e coraggio sono doti imprescindibili per chiunque voglia mettersi in proprio: quando da soli non bastano, arrivano in aiuto fondi privati o pubblici, che possono dare una mano a realizzare i propri sogni. Come Carlo Oliveri, chiunque abbia determinazione e un sogno, può riuscire a realizzarlo. Per chi voglia mettersi in discussione e non sia più un ragazzino, Bayer ha promosso un premio per Start-up rivolto agli over 40.
Start-Up 4 Life si rivolge a chi voglia creare nuove imprese nei settori dell’alimentazione e dell’agricoltura sostenibile, favorendo lo sviluppo delle idee e valorizzando l’esperienza, fondamentale alla nascita, crescita e riuscita di un’idea imprenditoriale. Il premio prevede un anno di supporto in comunicazione, un percorso di affiancamento mirato e la possibilità di entrare in contatto con grandi aziende!
Riprenditi il tuo sogno e rimettiti in gioco, con questa grande opportunità!