Quando si parla di mode, tecnologia e agricoltura hanno più cose in comune di quanto si pensi.
Non solo perché con i telefoni di ultima generazione si possono pubblicare fantastiche foto di piante, piantine e quant’altro sui social network, ma perché allo stesso in cui si cambia spesso lo smartphone appena ne sopraggiunge un modello più nuovo e moderno, avviene lo stesso in agricoltura.
Gli agricoltori cambiano le varietà coltivate appena ne escono di migliori e lanciano nuovi “modelli” sul mercato.
Certo, non è facile immaginare quali siano i nuovi modelli di patate, cipolle, uva, o pomodori ma, come ci spiega Coltura&Cultura, questi nuovi modelli ci sono eccome.
Come i cellulari, anche i pomodori negli ultimi anni sono diventati più piccoli, leggeri e “saporiti”. Ne sono state create nuove varietà, come i ciliegini e i datterini, crescono più in fretta e richiedono sempre meno cure ed energia, come gli smartphone, dalla durata della batteria sempre maggiore.
Come gli smartphone, inoltre, i pomodori si distinguono a seconda del target. Ci sono quelli più adatti agli uomini del business, quelli più per le signore e i modelli per i più giovani: ogni persona ha le proprie preferenze e i propri gusti.
Anche i pomodori fanno di tutto: si tuffano nell’insalata, diventano saporiti nelle conserve, si stuzzicano come aperitivo, farciscono le nostre amate pizze e condiscono la nostra pasta.
Per le centinaia di cellulari in vendita, ci sono 75.000 tipologie di pomodori diversi, tra varietà e sottovarietà, eppure la parola “innovazione” piace solo se applicata alla tecnologia, mentre parlando di pomodori suona male e viene subito messa in contrasto con la tradizione.
In realtà l’innovazione in agricoltura non è una cosa stravagante in voga negli ultimi anni: c’è sempre stata ed è quella che ha trasformato il pomodoro da frutto tossico della grandezza di una ciliegia, a quello che oggi è uno dei più utilizzati ingredienti e sapori della cucina mediterranea.
Coltura & Cultura è un’iniziativa sostenuta da Bayer CropScience per far conoscere come nasce quello che mangiamo valorizzando il grande lavoro che ricercatori e produttori svolgono per portare sulle nostre tavole alimenti sicuri e di qualità.