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Over 50 più a rischio di epatite C: un test come primo passo per diagnosi e cura

Over 50 più a rischio di epatite C: un test come primo passo per diagnosi e cura
Esempio terapie epatite C: paziente è dal medico

Over 50 più a rischio di epatite C: un test come primo passo per diagnosi e cura

Una malattia che spesso non dà sintomi e rimane silente per molti anni. In moltissimi casi non ci si accorge di averla contratta, finché, nella sua progressione silenziosa, porta a gravi conseguenze: cirrosi epatica, tumore al fegato e, nei casi più gravi, il decesso. Parliamo dell’epatite C, malattia causata dal virus HCV, che colpisce principalmente il fegato, ma che potrebbe anche causare altre importanti patologie, come il diabete di tipo 2 e alcune malattie cardiovascolari, renali e neuropsichiatriche.

Over 50 tra i soggetti più a rischio

Forse non tutti lo sanno, ma gli over 50 sono tra i soggetti più a rischio di aver contratto questa malattia. Se negli under 30 l’incidenza si aggira intorno allo 0,2 %[1], negli over 75 la stessa percentuale arriva fino al 6-7 %[2]. Le cause di questa maggiore incidenza nei soggetti senior sono dovute al fatto che prima degli anni Novanta il virus dell’epatite C non era ancora stato scoperto, e di conseguenza, non si sapeva né come l’infezione si diffondesse tra le persone, né tanto meno come riuscire a prevenirla. Grazie alle attuali terapie disponibili, oggi l’epatite C si può curare: le cure consentono di eliminare il virus HCV dall’organismo in oltre il 90 % dei casi[3]. Oggi è anche possibile eseguire un test per verificare la presenza del virus, prevenendone le conseguenze più gravi.

Come si trasmette

L’epatite C si può contrarre in diversi modi. Alcuni riguardano lo stile di vita e l’adozione di comportamenti a rischio: la condivisione di oggetti per la cura personale (come rasoi, spazzolini da denti, strumenti per la manicure o pedicure), l’uso di droghe iniettive e lo scambio di aghi o siringhe, l’esecuzione di tatuaggi o piercing con aghi non sterili, rapporti sessuali non protetti. Anche pratiche mediche non adeguate possono causare la malattia: l’impiego di strumenti non monouso (come siringhe di vetro o strumenti chirurgici) e di materiale infetto (sangue, plasma, emoderivati), con cui si può essere entrati in contatto anche in modo accidentale. A rischio anche le trasfusioni di sangue o i trapianti d’organo avvenuti prima del 1992. Tra le altre cause, anche il fattore nascita, da madre portatrice di epatite C. Proprio per questi motivi, gli over 50 che sono stati sottoposti a interventi chirurgici e trasfusioni prima degli anni Novanta o hanno adottato comportamenti a rischio, dovrebbero subito informare il proprio medico e chiedere di effettuare il test di verifica della presenza del virus nel proprio organismo.

I sintomi

L’epatite C, come detto, è una malattia silente che si manifesta principalmente con un’infiammazione del fegato. Nelle fasi iniziali solitamente la malattia non presenta alcun sintomo, se non alcuni, non specifici: stanchezza e senso di affaticamento, dolori alle articolazioni e ai muscoli, nausea, vomito e mancanza di appetito, febbre, dolori addominali, l’ittero (pelle dal colorito giallastro), urine scure, feci chiare. Anche un importante aumento delle transaminasi (rilevabile dalle analisi del sangue) potrebbe essere un sintomo dell’epatite C. Si tratta di spie d’allarme che, essendo non specifiche e difficilmente riconoscibili, spesso vengono sottovalutate o non interpretate correttamente. Le conseguenze sono una mancata diagnosi precoce, una mancata cura e l’assenza di misure anti-contagio. Dopo questa fase acuta, se il sistema immunitario risponde in modo efficace, il virus viene eliminato dall’organismo e la malattia si risolve da sé. Purtroppo, nella maggior parte dei casi (circa l’85 %)[4,5] questo non avviene e la malattia diventa cronica, ma senza sintomi. Una fase “silenziosa” che può durare anche decenni, durante i quali però la malattia continua a svilupparsi e a causare gravi danni al fegato: nel giro di 10-20 anni il 20-30% delle persone con epatite C sviluppa cirrosi del fegato e l’1-4 % sviluppa un tumore[6,7]. Per gli anziani il rischio è ancora maggiore: l’ipotesi è che, più a lungo si trascura l’infezione, più alto diventa il rischio di cirrosi o di sviluppare un tumore del fegato.

Oggi l’epatite C è una malattia curabile. Le persone che hanno più di 50 anni dovrebbero fare il test per l’HCV, semplice e rapido, che permette di individuare subito la presenza del virus nell’organismo. Maggiori informazioni e materiali scaricabili sull’epatite C e gli over 50 sono disponibili sul sito https://www.ccomecurabile.it/category/over-50/

“Materiale di carattere informativo non riferibile a contenuti di prodotto e non finalizzato alla promozione del farmaco”

Codice materiale IT-UNB-0229

[1] Andriulli et al. Declining prevalence and increasing awareness of HCV infection in Italy: A population-based survey in fi ve metropolitan areas. Eur J Intern Med. 2018;53:79-84.

[2] Epicentro – Istituto Superiore di Sanità (ISS), Epatite C; www.epicentro.iss.it/epatite/epatite-c (ultimo accesso: maggio 2021)

[3] Epa C Onlus, Alleanza contro l’epatite 2019 – Position Paper. HCV: Eradicazione del virus sul territorio nazionale; www.epac.it/cm-fi les/2019/10/03/position-paper-hcv-def.pdf p.1

[4] Epicentro – Istituto Superiore di Sanità (ISS), Epatite C; www.epicentro.iss.it/epatite/epatite-c (ultimo accesso: maggio 2021)

[5] World Health Organization, Hepatitis C; https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/hepatitis-c

[6] Epicentro – Istituto Superiore di Sanità (ISS), Epatite C; www.epicentro.iss.it/epatite/epatite-c (ultimo accesso: maggio 2021)

[7] World Health Organization, Hepatitis C; https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/hepatitis-c

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