Oggetti retrò, vestiti vintage e abitudini old style. Dalla passione per la cucina, un tempo relegata alle massaie, al ritorno di pantaloni a zampa d’elefante ed al lavoro a maglia, sono tante le mode e gli usi degli anni Cinquanta e Sessanta che stanno impazzando tra i più giovani.
Tra i grandi ritorni, anche il lavoro a maglia è diventato il protagonista delle giornate noiose e piovose delle trentenni italiane e internazionali. Uncinetto, metro, forbici alla mano e via allo sferruzzamento.
Non solo maglioni, coperte o centrini, ma anche gioielli e lavori in 3D. Oggi anche il lavoro a maglia è diventato 2.0: ci s’incontra in rete, nella community internazionale di Ravelry.com, si vendono le proprie creazioni su Etsy.com o ci si lancia in un Mistery Kal, partecipazione corale alla realizzazione di un capo, spesso sconosciuto, entro tempo definito.
Una moda che è diventata anche business, rilanciando le vecchie macchine per cucire, ferri, matasse di lana e di cotone: secondo il Wall Street Journal, il lavoro a maglia oggi coinvolge anche i giovani nati dopo il 1980, maschi e femmine, che scelgono di tricottare a mani libere, ispirandosi ai tutorial sul web. Si chiama Arm-Knitting e non necessita di ferri, basta avvolgere il filato attorno a dita e braccia. Ci sono poi gli appassionati di Knooking, quelli che, grazie a un ferro uncinato corredato di foro, sferruzzano con l’uncinetto ricreando i punti del lavoro a maglia.
Come tutte le mode lanciate negli ultimi anni, anche il knitting non può restare chiuso tra le quattro mura di casa, ma deve essere pubblicamente condiviso: allora via, alle manifestazioni di Yarn Bombing, un vero e proprio bombardamento di lana tra le vie delle nostre città, e alle mostre d’arte di mostri sacri quali Joana Vasconcelos o Toshiko Horiuchi MacAdam, tutto a tema lavori a maglia.
Redazione