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Il toto-melone

Il melone: fresco, dolce, buonissimo d’estate, soprattutto accompagnato dal prosciutto crudo. Un piatto light e rinfrescante che ci consente di mantenerci leggeri con gusto. Il melone però, non è così facile da scegliere. Quante volte ci è capitato di recarci dal fruttivendolo o al supermercato e vedere un bel melone, per poi arrivare a casa,…

Colturaecultura.it

Il melone: fresco, dolce, buonissimo d’estate, soprattutto accompagnato dal prosciutto crudo. Un piatto light e rinfrescante che ci consente di mantenerci leggeri con gusto.

Il melone però, non è così facile da scegliere. Quante volte ci è capitato di recarci dal fruttivendolo o al supermercato e vedere un bel melone, per poi arrivare a casa, aprirlo e renderci conto che il frutto è in realtà privo di gusto o, come si dice “sa di zucca”?

Colturaecultura.it ci racconta che, fino agli anni ’80, i meloni erano un frutto relativamente poco accessibile: poi il consumo è esploso e questi frutti sono diventati di massa, con un conseguente aumento delle superfici coltivate e una riduzione dei prezzi. Insieme alle superfici e al numero di meloni prodotti, sono aumentati però anche i parassiti letali per questi frutti ed è diventato necessario adottare strategie di riparo.

Sono stati piantati semi più resistenti ai parassiti, in un’evoluzione della specie che ha perso, a favore della maggiore resistenza, parte della dolcezza.

Da quel momento si è diffuso quel sospetto che accompagna sempre l’acquisto del melone: “sarà davvero buono?”.

Negli ultimi dieci anni le varietà sono cambiate ancora, perdendo profumo rispetto al passato, ma ricavandone qualche giorno in più di conservazione.

Esiste anche uno strumento per verificare il livello di dolcezza del frutto: il rifrattometro. Facendo attraversare il succo da un raggio di luce, si verifica la quantità di zucchero sulla base della deviazione della luce. Sopra i 12 gradi Brics, i meloni sono considerati buoni, mentre i 16 gradi  corrispondono al melone detto “zuccherino”.

Dato che i meloni non vengono prodotti in fabbrica ma in natura, può capitare che un melone su 10 risulti meno buono degli altri: le aziende che commercializzano meloni hanno appositi strumenti, molto più sofisticati del rifrattometro, che sono in grado di misurare il livello degli zuccheri senza aprire i frutti e di scartare quelli meno buoni, vendendo solo quelli migliori.

Il risultato è che ultimamente è difficile trovare un melone che non sia davvero buono, sempre tenendo presente che a prezzi sospettosamente bassi, corrisponde, non sempre ma in buona parte dei casi, una qualità inferiore.

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