Sembra un oggetto che proviene da futuro e invece sta per diventare reale: AMYKO, il braccialetto in gomma riciclata che contiene le informazioni utili alla sicurezza della famiglia.
L’idea è stata lanciata da due trentenni italiani, finalisti al Pioneer Festival di Vienna con la startup Wecare, ideata per rivoluzionare il comparto del safety care. AMYKO è autofinanziato dagli utenti tramite una campagna di crowfunding.
La fase di industrializzazione prenderà il via il 22 giugno e permetterà di costruire questo accessorio intelligente, che permetterà di portare al polso le informazioni di prima necessità e il nostro stato di salute, per poi visualizzarle, in caso di necessità, sul display dello smartphone da un soccorritore o un familiare.
Quali informazioni conterrà?
Dall’indirizzo di casa al numero di telefono della babysitter, dai farmaci per il diabete a informazioni su allergie e intolleranze, una sorta di cartella clinica virtuale, che consenta, in caso di necessità, di condividere le informazioni che possono essere utili a salvaguardare la vita dell’utilizzatore.
Come verranno inserite le informazioni?
L’utente dovrà registrarsi sul cloud e lì potrà inserire tutte le informazioni che lo riguardano e che vuole rendere note: eventuali patologie di cui soffre, farmaci salvavita, gruppo sanguigno, allergie, intolleranze, anagrafica, medico curante e contatti di emergenza.
Come funziona dal punto di vista tecnico?
Basterà avvicinare il braccialetto a uno smartphone o un tablet dotato di tecnologia NFC (near field communication) e verrà visualizzato il profilo dati completo e i contatti dei familiari per gestire la situazione. Per evitare problematiche legate alla privacy, sarà l’utente a decidere a chi consentire l’accesso alle proprie informazioni riservate e quali informazioni rendere pubbliche.
Quali altre funzioni possiede?
Amyko è in grado di ricordare all’utente gli appuntamenti per visite mediche o la somministrazione di un farmaco e di inviare, in automatico, un messaggio di emergenza geolocalizzato in caso di necessità, come evoluzione del servizio “telesalvavita”. Il lato positivo è che il dispositivo è in grado di funzionare anche in zone dove non è possibile la connessione, semplicemente effettuando una chiamata diretta al numero di emergenza impostato.
Da cosa nasce l’idea?
“Ho sempre desiderato progettare uno strumento che potesse aiutare le persone in quelle occasioni di emergenza in cui non si conoscono le necessità mediche dell’infortunato o si fa fatica a contattare i parenti, perchè il cellulare, quando è vicino, è bloccato o i numeri non sono salvati correttamente” spiega Filippo Scorza, uno dei due fondatori: “Con Amyko possiamo avere tutte queste informazioni in ogni istante, in tempo reale, in ogni Paese. Mi piace immaginarlo al polso dei nostri figli quando vanno in gita scolastica o quando sono lontani dal nucleo familiare.”
Prosegue Riccardo Zanini, l’altro fondatore: “In 15 anni di carriera nel business ho sempre voluto mettere al primo posto la ricaduta sociale dei prodotti che avrei voluto sviluppare/inventare. Con Amyko, siamo riusciti a creare un prodotto di utilità praticamente infinita nella quotidianità, indistruttibile, che non ha bisogno di nessuna manutenzione e che soprattutto avrà un prezzo accessibile veramente a chiunque. E lo abbiamo fatto in Italia e questo ci riempie di orgoglio e di entusiasmo”.