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I lavoratori over 50? Sono una risorsa indispensabile

Trovare lavoro a 50 anni? Per molti può essere un problema, ma non per tutti. Non è un segreto che sul mercato del lavoro più si è giovani più si è appetibili, ma c’è una cosa che la giovinezza non può comprare: l’esperienza.

Non tutti i ruoli sono ricopribili senza aver maturato anni di gavetta e di esperienza in un settore produttivo o in un ramo aziendale. Figure come il responsabile vendite, il tecnico informatico o il manager delle risorse umane, sono profili che difficilmente possono essere ricoperti da lavoratori giovani che sicuramente hanno una dinamicità e una flessibilità differente, ma mancano di malizia ed esperienza, due caratteristiche che si maturano con il tempo e con il lavoro. La stessa cosa vale per medici specializzati, Cfo, project engineer ed export manager. Questi sono solo alcuni dei profili lavorativi in cui l’aver superato i quarant’anni o addirittura i cinquanta può rivelarsi un valore aggiunto da spendere durante un colloquio o in una domanda di lavoro.

Il mercato del lavoro sta cambiando in maniera sensibile: l’evoluzione tecnologica e la sempre maggiore digitalizzazione dei processi produttivi portano le aziende a rinnovarsi e a ricercare giovani talenti cresciuti insieme alle nuove tecnologie, ma una parte consistente dell’attuale mercato del lavoro non può fare a meno dell’esperienza e delle capacità maturate da chi ha un’età compresa tra i 45 ai 50 anni.

In piena digital transformation esistono molti ruoli per cui l’esperienza rappresenta un valore imprescindibile: oltre ai già citati project manager, esistono figure come l’artigiano esperto, i tecnici per macchine a controllo numerico fino ad arrivare agli agenti di vendita, la cui arte persuasiva a oggi non può essere ancora sostituita da un’app o da un surrogato digitale.

Per questi motivi i lavoratori over 50 rappresentano ancora una risorsa altamente spendibile e utilizzabile per le aziende, anche in virtù del fatto che attualmente gli incentivi per le assunzioni degli over 50 introdotti con la riforma del lavoro del 2012 sono ancora attivi.

Non è comunque tutto oro quel che luccica. Nonostante i molti dati forniti da diverse agenzie per il lavoro, che confermano il valore delle competenze maturate dagli over 50 in alcuni settori di mercato, una recente ricerca dell’Università Cattolica di Milano ha rilevato che solo il 31% dei lavoratori over 50 si sente realizzato e valorizzato, mentre il 46% lamenta di essere in difficoltà soprattutto a stare dietro al processo di digitalizzazione del lavoro. Inoltre, il 23%, che rappresenta la percentuale di chi si trova inoccupato, si reputa smarrito e senza sbocchi.

La sfiducia di chi ha perso il lavoro nella fascia degli “anta” è comprensibile: il fattore psicologico gioca un ruolo fondamentale e chi è entrato nel mercato del lavoro venti o trent’anni fa conserva ancora la forma mentis del lavoro stabile e duraturo fino al raggiungimento della pensione; una condizione che, stando all’odierno mercato, appartiene irrimediabilmente al passato.

La volontà di rimettersi in gioco e di spendere le proprie competenze e la propria esperienza all’interno di un mercato del lavoro altamente dinamico, come quello odierno, deve rappresentare oggi più che mai il punto di partenza per ripartire in modo proficuo e produttivo, soprattutto se si ha un know how difficilmente sostituibile da un lavoratore alle prime esperienze e men che meno da un ben più freddo strumento digitale.

Andrea Carozzi

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