Lo sport italiano, quello popolare ha i capelli grigi e sotto quei capelli grigi c’è una generazione che, di regola, spreme le proprie passioni fino all’ultima goccia.
Lo sostengono i titolari degli studi di fisioterapia, come Daniele Pierobon il quale afferma che il 40% dei suoi pazienti ha superato i 45 anni e anche davanti a distorsioni, dolori al ginocchio, tendine d’Achille non si fermano mai.
Interrompere l’allenamento per gli ex sessantottini equivale ad arrendersi, una sconfitta. E l’impegno è serio. Un corridore “amatore” che sta preparando una gara si allena 4-5 volte a settimana.
Secondo Daniele Pierobon, il problema è che l’atleta è come una macchina di Formula Uno: se anche un piccola cosa si inceppa, interviene una squadra di massaggiatori, fisioterapisti, medici, radiologi. L’amatore, invece si arrangia e tira finché può”.
Nell’interpretazione dell’amatore, del resto, lo sport è una specie di corrispettivo diurno del Viagra serale: la prova, quotidianamente ripetuta, della propria capacità, della propria forza.
Il punto di vista medico.
Determinante, soprattutto per un corridore, è la superficie su cui si allena: sterrato, pista, erba, asfalto. La questione è che molti amatori incominciano tardi, verso i 50 anni e dovrebbero preoccuparsi di adattare il loro fisico all’impegno cui si sottopongono. Scaricare le tabelle da Internet non è esattamente il miglior modo per programmare il proprio allenamento. Iniziare ad allenarsi tardi e in modo brusco è altamente rischioso per il cuore. Molti sono i medici che lo sostengono, ma solo pochi vengono ascoltati. Consiglio: scaricate la tabella di Internet ma confrontatela con il medico, per vedere se fa per voi.
Fonte: La Repubblica