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Figli e genitori anziani: ecco la startup che orienta e sostiene il caregiver

Figli e genitori anziani: ecco la startup che orienta e sostiene il caregiver
Supportare a 360 gradi i cosiddetti “caregiver”, cioè le persone che si fanno carico della gestione degli anziani non più autosufficienti. In poche parole, i figli adulti: la cosiddetta “generazione sandwich” di 40-50enni, schiacciati tra il lavoro e la famiglia, che a un certo punto si trovano di fronte piccoli o grandi problemi legati all'invecchiamento…

Supportare a 360 gradi i cosiddetti “caregiver”, cioè le persone che si fanno carico della gestione degli anziani non più autosufficienti. In poche parole, i figli adulti: la cosiddetta “generazione sandwich” di 40-50enni, schiacciati tra il lavoro e la famiglia, che a un certo punto si trovano di fronte piccoli o grandi problemi legati all’invecchiamento dei loro genitori. È la mission di VillageCare.it, il primo portale nazionale di orientamento e sostegno ai figli che si prendono cura dei propri genitori anziani con fragilità dovute all’invecchiamento o specifiche patologie.

Una startup innovativa a vocazione sociale, nata nel luglio di tre anni fa a Milano che, come spiega la sua fondatrice e ceo Silvia Turzio, «nasce con un target preciso: i figli adulti, che spesso non hanno il tempo e l’esperienza per trovare la soluzione più adatta per le loro esigenze. L’allungamento della vita, unito ai progressi della medicina – dice Turzio – si traduce spesso nel prolungamento del periodo di cronicità di una malattia o della non autosufficienza. Si tratta di un fenomeno demografico che ha quindi un forte impatto sulla società, perché si traduce nella gestione del familiare, spesso a carico della persona che lavora e che ha una famiglia».

Nella maggior parte dei casi questa persona è una donna: «In genere accade questo: sono loro che molto spesso si fanno carico delle varie problematiche – descrive Turzio – Come detto, donne “schiacciate” tra lavoro, famiglia e ricerca del tempo libero: la vera formula per superare un periodo della vita in cui sono tanti i fronti da seguire è proprio il mantenimento di un po’ di tempo per se stesse. Ma non è semplice».

E proprio qui VillageCare può rappresentare un supporto non da poco: «Non è un caso che il lavoro della nostra startup sia misurato in “tempo liberato” – racconta la fondatrice – Ore risparmiate dalla famiglia che può quindi sfruttarle per sé». In che modo? «Il portafoglio dei nostri servizi è molto ampio – dice Turzio – Si va da consigli e informazioni, una sorta di primo orientamento gratuito, a una consulenza personalizzata, attivata da poco più di un mese, a fronte di un contributo nel caso in cui le richieste siano più articolate: a un colloquio approfondito segue un report scritto con le diverse informazioni e soluzioni chieste, se necessario ci facciamo carico anche della richiesta di preventivi».

Accompagnamento, gestione post-ospedaliera, residenze protette, visite mediche, vacanze ad hoc: per ogni necessità, VillageCare trova una soluzione. «In testa alle problematiche troviamo il disagio post-ospedaliero: dopo le dimissioni, come organizzarsi? Dove svolgere la terapia? Vicino a casa? In un centro convenzionato? Quale sarà il più adatto? Sono queste le domande più frequenti. La nostra rete e la nostra conoscenza del settore è di grande aiuto al parente che in quel momento non sa come muoversi e soprattutto non ha l’esperienza specifica per scegliere in modo corretto ed efficace». Tra le richieste più ricorrenti «anche il bisogno di trascorrere una vacanza estiva, e nella maggior parte dei casi la meta preferita è la Liguria, in una struttura adatta ad assistere, anche per piccoli disagi, una persona non autosufficiente – spiega – La necessità è quella di unire il classico soggiorno estivo in albergo, di cui i caregiver hanno assolutamente bisogno, alle attenzioni di tipo assistenziale per un genitore che, da solo, non sarebbe nelle condizioni di trascorrere una vacanza. In questo modo, i figli sono sereni sapendo che il proprio genitore è protetto e accudito, ma anche stimolato e in compagnia».

Non mancano i piccoli grandi problemi quotidiani: «Molte persone non sanno che in tante città servizi come l’accompagnamento per visite mediche o trasferimenti di altro tipo possono essere gestite da persone fidate. Tra i primissimi pensieri dei figli c’è poi quello del “genitore al volante”». E qui arriviamo a un altro tipo di supporto offerto dalla startup milanese, quello psicologico: «Si arriva a un momento in cui scatta la cosiddetta “inversione dei ruoli” – spiega Turzio – I figli “subiscono” fino a una certa età, poi sono costretti a prendere in mano la situazione. A livello mentale non è un momento semplice da affrontare. A ciò si aggiunge lo stress derivante dai piccoli o grandi disagi dovuti, appunto, all’eventuale non autosufficienza del genitore, uno stress psico-fisico complessivo che, come detto, in molti casi si riversa soprattutto sulle donne. Anche sotto questo aspetto forniamo un valido aiuto».

VillageCare si pone in un certo senso come un “nuovo welfare privato”, in un contesto in cui il welfare pubblico è poco presente, soprattutto dal punto di vista dell’orientamento e della fornitura di servizi. «Dall’altra parte ci troviamo di fronte famiglie che hanno fame di servizi e di supporto – afferma Turzio – E andando avanti sarà sempre più difficile: in una proiezione a 20 o 30 anni dell’attuale situazione socio-demografica, saranno pochi i figli che si prenderanno cura dei genitori. Per questo ci aspettiamo già oggi una crescente richiesta di aiuto da parte di chi avrà bisogno per se stesso». Sempre in un’ottica di welfare, VillageCare si è aperta anche al mondo aziendale, stringendo contratti con gruppi multinazionali, in particolare nei settori finanziario, assicurativo bancario e della grande distribuzione: «Offriamo i nostri servizi ai dipendenti, dalla consulenza personalizzata allo sportello in azienda, in alcuni casi».

I numeri raggiunti dal portale dicono che la startup sta lavorando nella giusta direzione: 17 mila i contatti mensili, tradotti in famiglie che accedono al sito e navigano alla ricerca di notizie utili. Di queste, circa 250 al mese chiedono un aiuto di natura informativa o pratica. 3.500 le famiglie supportate fino a oggi. «Un osservatorio sugli accessi ci consente di profilare gli utenti e di capire quindi da dove provengono e di cosa hanno più bisogno – descrive Turzio – In questo modo riusciamo a indirizzare anche il nostro lavoro in base alle esigenze più frequenti».

A gestire il tutto, tre socie operative: insieme a Silvia Turzio, anche Paola Casalino, co-founder, e Jennifer Della Lucia, socia e project manager, supportate da un team di risorse dedicate al marketing, comunicazione, redazione e web. VillageCare è affiancato anche da 12 soci, tra cui un fondo di investimento e business angel. Inizialmente focalizzata sull’area milanese, la startup si è poi allargata a tutto il Nord Italia e al resto del Paese.

Paola Pedemonte

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