Dopo le indiscrezioni dei mesi scorsi, Apple ha dichiarato ufficialmente di aver rallentato gli iPhone di proposito. La società con sede a Cupertino ha pubblicato sul proprio sito italiano la confessione sostenendo che i malfunzionamenti che hanno colpito soprattutto gli iPhone più vecchi sono dovuti a un rallentamento artificiale indotto appositamente attraverso un modulo del sistema operativo che ha la funzione di regolare il consumo della batteria.
A seguito di questa operazione, avvenuta all’insaputa dei suoi clienti, Apple è stata condannata e multata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcom). I dispositivi più colpiti sono stati quelli appartenenti alla serie degli iPhone 6, che oltre alla versione standard comprende: il 6 Plus, il 6s e il 6s Plus. L’Agcom ha argomentato che i provvedimenti presi verso la Apple derivano dalla mancata comunicazione ai possessori della serie 6 del probabile calo di prestazioni derivante dall’installazione dell’aggiornamento iOS 10.2.1 sui loro smartphone.
Stando alla dichiarazione ufficiale dell’Agcom, “dopo aver installato l’aggiornamento iOS 10.2.1 diversi iPhone hanno manifestato un drastico calo di prestazioni. Tale rallentamento avveniva negli iPhone con una batteria datata, incapace quindi di supportare l’update del sistema operativo. Per evitare spegnimenti improvvisi, Apple ha cercato di limitare i danni provocando un calo generale di prestazioni degli smartphone. L’azienda di Cupertino non ha però informato i suoi clienti prima dell’installazione, nascondendo loro la problematica”.
A seguito di questa dichiarazione dell’Agcom, Apple è stata sanzionata con un’ammenda da 10 milioni di euro ed è stata costretta a pubblicare sul proprio sito internet italiano il seguente testo, tutt’ora presente:
“Le società Apple Inc, Apple Distribution International, Apple Italia S.r.l. e Apple Retail Italia S.r.l. hanno indotto i consumatori in possesso di iPhone 6/6plus/6s/6splus alla installazione del sistema operativo iOS 10 e successivi aggiornamenti, senza fornire adeguate informazioni circa l’impatto di tale scelta sulle prestazioni degli smartphone e senza offrire (se non in misura limitata o tardiva) alcun mezzo di ripristino dell’originaria funzionalità degli apparecchi in caso di sperimentata diminuzione delle prestazioni a seguito dell’aggiornamento (quali il downgrading o la sostituzione della batteria a costi ragionevoli). Tale pratica è stata valutata scorretta, ai sensi degli artt. 20, 21, 22 e 24 del D.Lgs. n. 206/2005 (Codice del Consumo) dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato”.
L’azienda di Cupertino non ha però nascosto la volontà di ricorrere contro la decisione dell’Agcom diffondendo il seguente comunicato per argomentare le ragioni che l’hanno portata alla decisione di rallentare il funzionamento della serie 6 dei suoi iPhone:
“Mentre facciamo ricorso contro il provvedimento nel rispetto dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, stiamo lavorando con l’autorità per rispondere alle loro preoccupazioni. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di creare prodotti sicuri che i nostri clienti amino, e far durare gli iPhone il più a lungo possibile rappresenta una parte fondamentale per raggiungere questo obiettivo”.
Il comunicato diramato da Apple non fa altro che ribadire la linea difensiva che l’azienda ha utilizzato per giustificare l’accaduto nelle fasi preliminari delle indagini. Per l’azienda della mela questi rallentamenti sono stati attuati per salvaguardare la durata dei dispositivi più antiquati e quindi per favorire e non per danneggiare i clienti che ne erano in possesso.
Andrea Carozzi