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La salute dell’intestino dopo i 50 anni: come valutare situazioni di rischio

La salute dell’intestino dopo i 50 anni: come valutare situazioni di rischio

Un quiz, tanto facile quanto coinvolgente, per convincere anche i più scettici a fare prevenzione con un semplice controllo della salute del proprio intestino. È l’iniziativa dei medici dell’Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti digestivi ospedalieri, che hanno pensato di rimarcare l’importanza della prevenzione nella lotta al cancro del colon-retto con un veloce test di autovalutazione sui fattori di rischio più comuni che dovrebbero accendere dei campanelli di allarme in ognuno di noi.

Si stima che a oggi, in Italia, siano oltre 513 mila le persone che convivono con questa patologia, 280 mila uomini e 233 mila donne, con un’incidenza dal 2004 in discesa proprio per efficaci campagne preventive di informazione.

Dai risultati degli screening 2020 emerge un incremento in Italia di casi di tumore al colon retto di quasi 48mila casi sul 2019 (+11,2%), con una leggera prevalenza nella popolazione maschile.

È da rilevare una significativa percentuale di guarigione dai tumori all’intestino con sopravvivenza fino al 90%, nei casi frutto di una diagnosi precoce del problema. A livello nazionale però, si registrano ampie disparità territoriali sull’adesione alle campagne di prevenzione: dal 2003 al 2014 la percentuale dei decessi legati al tumore al colon è calata costantemente nelle regioni del Nord e del Centro, mentre al Sud si è registrato un trend in crescita dovuto al difficile avvio della campagna di screening.

Il quiz

Consapevole che circa 1 italiano su 2 non si sottopone a screening preventivi, Aigo ha invitato i 2000 medici soci a esporre presso le proprie strutture ospedaliere il volantino realizzato appositamente per educare all’autovalutazione del proprio fattore di rischio, rispondendo a 4 semplici domande: Qual è la tua età? Hai sintomi? Hai casi di familiarità? Hai già avuto malattie dell’apparato digerente?

Individuare il proprio fattore di rischio è la prima strada per individuare l’esame diagnostico più appropriato da effettuare (esame per la ricerca del sangue occulto o colonscopia) per approfondire la salute dell’intestino.

«Comportamenti e abitudini hanno, nel caso della prevenzione del tumore del colon-retto, un ruolo di primo piano – conferma il presidente di Aigo, Marco Soncini – poiché tra i fattori di rischio certi vi sono una dieta poco sana (con eccesso di carni rosse, insaccati, farine e zuccheri raffinati e povera di frutta e verdura e quindi di fibre), il sovrappeso, la scarsa attività fisica, l’eccesso di alcol e l’abitudine al fumo. Evitare questi fattori di rischio e sottoporsi a esami appropriati è senza dubbio la migliore strategia per agire con tempestività sia nell’indagine che nella diagnosi e, quindi, della terapia di un tumore osservato in fase precoce come spesso accade grazie alla attività di screening».

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