Donatella Alfonso è firma nota dell’edizione genovese della Repubblica e del suo supplemento nazionale Il Venerdì, ma anche scrittrice, particolarmente attenta alle problematiche sociali e soprattutto alle tematiche relative al periodo della Resistenza.

Il suo volume “Un’imprevedibile situazione. Arte, vino, ribellione: nasce il Situazionismo”, edito da Il Melangolo nello scorso anno, in occasione del 60esimo anniversario del movimento, è dunque una “chicca”, un libro-testimonianza che narra la vicenda di molti personaggi, noti e meno noti, sviluppatasi a Cosio D’Arroscia, nelle Alpi Marittime liguri, e culminata il 28 luglio 1957 con la nascita, nel retro-bottega di un bar del paese, dell’Internazionale Situazionista.
Protagonisti di quell’evento, e del volume di Alfonso, un gruppetto di “pazzi” amici di Piero Simondo, pittore originario del luogo in cui si svolsero i fatti; tra loro, tutti giovani e brillanti artisti e intellettuali, sono ricordati, in un misto di narrazione ed epistolario originale: Guy Debord, il filosofo-scrittore, autore della Società dello spettacolo (di chiara ispirazione marxista), che aveva dato vita all’Internazionale Lettrista, con la compagna Michèle Bernstein; Asger Jorn, l’eclettico e visionario pittore danese trasferitosi ad Albissola a dipingere ceramiche; Pegeen Guggenheim, la pittrice, figlia della più famosa collezionista d’arte americana, nota per il celebre omonimo museo veneziano; Ralph Rumney, marito di Guggenheim, psicogeografo inglese, anch’egli pittore e appassionato di fotografia; Walter Olmo, genio della musica che, partito da Alba, conquisterà il mondo con le sue opere e infine Giuseppe “Pinot” Gallizio, farmacista, anch’egli di Alba ed entusiasta dall’arte di cui diverrà teorico. Lettristi, Psicogeografici o Immaginisti, ma tutti con l’idea urgente di cambiare il mondo, ideando, appunto, l’Internazionale Situazionista.

Una ricostruzione fedele e storica, quella di Alfonso, in cui a ciascun rappresentante del gruppo è dedicato un capitolo che ci avvicina al personaggio e alla sua storia, ma anche alla breve utopia che fu questo movimento, precursore, in qualche modo, del movimento del ’68 che di lì a poco più di una decina d’anni avrebbe infiammato la gioventù di tutto il mondo.
Merito del libro è anche e senza alcun dubbio il rilievo che è stato dato a Cosio di Arroscia, un piccolissimo borgo medievale a circa 700 metri sul livello del mare, nell’entroterra imperiese, a poche decine di chilometri dal confine di Stato con la Francia. Qui, chi volesse ripercorrere le orme dei “situazionisti”, potrà passeggiare tra gli strettissimi vicoli, a volte larghi meno di 50 centimetri, scorgendo senza una logica apparente ingrandimenti delle foto di Piero Simondo, probabilmente scattate da Rumney nell’estate del 1957: immagini appese in giro per il borgo e che sembrano lì da tempo, a rammentare al viaggiatore che proprio qui, in questo paesino sperduto tra i monti, nacque l’Internazionale Situazionista…
Viviana Spada